RISPETTO PER IL CORPO “Stavo con la Ferrari delle donne”. No, De Martino, le donne non sono macchine! Autore articolo Di Cecilia Galatolo Data dell'articolo 24 Ottobre 2024 Nessun commento su “Stavo con la Ferrari delle donne”. No, De Martino, le donne non sono macchine! di Cecilia Galatolo Di recente, il conduttore di “Affari tuoi” ed ex ballerino di Amici, Stefano De Martino, parlando del divorzio da Belen Rodriguez, ha affermato che “non ci credeva” quando la modella si è innamorata di lui. D’altronde, lei era “la Ferrari delle donne”. Non mi scandalizza che tante persone, in questi giorni, stiano attaccando la legge che vede nell’utero in affitto un reato universale. Finché accettiamo socialmente che la donna sia considerata al pari di un’automobile, il suo corpo sarà sempre strumentalizzato. Tra moglie e marito non si deve mettere il dito (se non quello di Dio, come ha recentemente affermato il Papa). E neppure tra due ex. Oltretutto genitori, con dei figli da tutelare. Chissà quante aspettative, fatiche, sogni, progetti, ferite passate e recenti ci sono dietro ad ogni storia, soprattutto se finisce. Se ci permettiamo di riflettere su una affermazione di un personaggio pubblico, non è, quindi, per giudicare le persone coinvolte, ma per aiutare i nostri lettori a decodificare i messaggi che arrivano dai giornali, dai social, dalla tv e possano a loro volta aiutare anche i ragazzi, i più fragili, coloro che si affacciano al mondo adulto con insicurezze e col bisogno di formare la propria identità e che vedono in questi personaggi pubblici degli idoli. De Martino, ospite del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli, avrebbe candidamente affermato: “Stavo con la Ferrari delle donne”. Qualcuno potrebbe pensare che sia un complimento, ma se noi donne ci accontentiamo di questi complimenti forse siamo le prime a non riconoscere pienamente il nostro valore, che comprende tutta la persona che siamo, in modo integrale e non può mai essere ridotto alla mera esteriorità. Spesso si accusa la società di essere patriarcale e maschilista. Mi stupisce, però, che, quando un uomo così affermato nel mondo dello spettacolo e così in vista come Stefano De Martino paragona una donna (che è stata sua moglie) ad un’automobile di lusso nessuno se ne cura, nessuno si indigna, nessuno si fa delle domande su cosa stiamo raccontando ai giovani sull’amore. È considerato del tutto normale. Quando però qualcuno afferma che la maternità surrogata lede i diritti e la dignità della donna e dei bambini perché il corpo (della donna quanto del bimbo) viene considerato una merce, una “cosa” si accende il putiferio. Ed ecco che si invoca l’oscurantismo o, peggio, il fascismo. Perché? Forse ci va bene essere considerati, tutti, alla stregua di una macchina (anche di riproduzione, all’occorrenza)? In questa sede chiariamo che la donna non è un’automobile. Dovrebbe essere scontato, ma secoli di maschilismo incallito, femminicidi all’ordine del giorno, migliaia di testi trap, film e video di vario tipo (e qui smetto, perché non voglio rovinare il fegato più del dovuto), ci ricordano che non è così. Leggi anche: Hai un corpo per amare: ci avevi mai pensato? – Punto Famiglia E allora vale la pena ricordare che abitiamo il nostro corpo, in qualche modo siamo anche il nostro corpo, ma non abbiamo un corpo come avessimo una maglia, un orologio. Il nostro corpo è tempio della nostra interiorità ed è un tutt’uno col nostro cuore, con la nostra anima. Vale per la donna e vale per l’uomo. Il corpo non è soltanto un involucro: te ne accorgi perché, quando il corpo soffre, tu soffri. Quando il corpo sta bene, tu stai bene. Non è pura materia, una “macchina con tutti i suoi accessori” che a volte funziona, a volte no e, in fondo, è lo stesso, perché puoi averne un altro. No. Il corpo è uno, è tuo soltanto e ha a che fare con te tanto quanto i sentimenti che provi o i pensieri che hai. Siamo un’unica realtà inscindibile. E questo vale per te, ma anche per la persona che ami o dici di amare: non è una cosa da possedere, un trofeo da esibire, non è un gioiello da vantare. È un essere umano. E quindi, vale la pena sottolinearlo, una macchina si può affittare. Una donna no. Qualche tempo fa, lungo un viale, ho visto parcheggiato un camioncino con la scritta rossa e grande, che prendeva tutta la fiancata: “NOLEGGIAMI”. Ecco, questo vale per un camion, per un camper, per un furgoncino, per una Ferrari, se sei un conduttore tv molto famoso e puoi permettertela. Però non vale per una donna. Non siamo Ferrari. Nessuna lo è. E non solo perché forse siamo meno belle di Belen, ma perché abbiamo un corpo per amare e per essere amate; siamo destinate a qualcuno che sappia custodirci, darci valore, proteggere ogni singola parte di noi. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag AFFARI TUOI, Corpo, dignità, donna, donne, FERRARI, STEFANO DE MARTINO, Teologia del corpo Cecilia Galatolo Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 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Stare nella vita come chi fa il sub: se la fede aiuta ad andare in profondità Nella liturgia non c’è spazio per gli sposi Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. 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