AFFIDO

“Con le nostre mani, ma con la Tua forza”: mamma affidataria si racconta

Foto: Pixabay

di Sara Pivetta

Storia di un affido… La mamma racconta che, avendo dei figli adolescenti, per lei e il marito erano tante le ragioni che “impedivano di ospitare un ragazzo adolescente”. Poi, però, in comunità hanno conosciuto Mattia “un meraviglioso sedicenne…”. L’accoglienza si è trasformata in affido. Ora il ragazzo è loro figlio. Tante le difficoltà e decisivo il ruolo di Gesù: “Fai Tu Signore, perché io non posso farcela. E tutto fiorisce in un altro modo”.

Sono Sara, moglie da 17 anni di Paolo. Abbiamo 4 figli: Tommaso, Matteo, Lorenzo ed Emanuele. Abbiamo vissuto il fidanzamento, la preparazione al matrimonio e tutt’ora siamo accompagnati e guidati nel cammino da una comunità di amici che vive la fede come Avvenimento presente. Questo è sempre stato per noi sostegno e “pungolo” per cercare di non abbassare mai lo sguardo e vivere intensamente ciò che il Signore aveva in mente per noi.

Sono nata in una famiglia “allargata”; molti fratelli e sorelle affidatari sono stati accolti dai miei genitori e, per noi figli, è sempre stata un’occasione grande di crescita, dentro fatiche e gelosie. 

Crescendo e guardandoli mi è parso chiaro che il loro agire non era il frutto delle loro capacità. I “sì” che hanno sempre detto erano “sì” a Gesù.

Il mio cuore ha sempre desiderato vivere una Bellezza così all’interno della mia famiglia. Abbiamo pregato per il dono dei figli, che non hanno tardato ad arrivare, e domandato la pienezza che solo il Signore, attraverso le circostanze, può donare.

Ad aprile, colpiti dalla bellezza che stavano vivendo i miei genitori come famiglia di supporto per un ragazzo adolescente, chiediamo ai nostri figli se fossero d’accordo a dare la disponibilità di condivisione di spazi, tempo, cuore con un ragazzino/a durante pranzi/cene del fine settimana. Nostro figlio Lorenzo, che è da qualche anno che chiede a Gesù Bambino un altro fratellino, reagisce a questa domanda con molto entusiasmo… e gli altri fratelli a ruota. 

Ci prendiamo per tempo per pregarci sopra e poi fissiamo un appuntamento con una comunità della nostra città, che ospita ragazzini di età compresa tra 11 e gli 18 anni. 

È stato da subito evidente che a “condurre il gioco”, come sempre, era Lui. 

Siamo andati al primo colloquio forti di mille ragioni che ci impedivano di ospitare un ragazzo adolescente, avendo già due figli adolescenti noi. Dopo tre incontri con educatori/responsabili della comunità, conosciamo Mattia, un meraviglioso sedicenne… in piena adolescenza (esattamente come noi avevamo “progettato”) che fin da subito sembra trovare il suo spazio all’interno della nostra famiglia. In poco tempo, ciò che avrebbe dovuto essere un’accoglienza durante il fine settimana è diventato un affido. Dal 30 maggio Mattia è nostro figlio. 

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Ma come è possibile aprire la porta di casa a storie così difficili? Come è possibile guardare in faccia dolori così grandi? Avendo chiaro che è Gesù che bussa alla porta: per questo è conveniente. Tante volte, in questi mesi mi sono trovata a recitare la frase di S. Benedetto “Fai Tu Signore, perché io non posso farcela.” E tutto fiorisce in un altro modo.

Lo sguardo di Mattia tornato a brillare, il suo raccontarsi senza difficoltà (nessuno se lo sarebbe mai aspettato!), le prime notti con me e Paolo nel lettone, il bisogno di attenzione e amore… uniti ai silenzi nei momenti bui, alla musica a tutto volume che grida “aiutami”, ai bronci quando i pensieri prendono il sopravvento, alla gelosia di Emanuele… tutto, tutto ci parla di Dio, del Suo amore per noi!

È proprio vero che chi guida è Uno che scrive dritto su righe storte. 

La compagnia reale degli amici, le chiacchierate durante i “giri sport” con amici grandi, conosciuti nelle occasioni più strane, che vivono un’esperienza di affido come noi e che ci camminano accanto, le torte che arrivano a casa come coccola per tutti noi, la preghiera insieme, la Messa, le discussioni più o meno accese. Tutto questo rende la mia Vita piena e faticosamente bellissima!

Ciò che viviamo spesso colpisce più di tante parole. 




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