25 Novembre 2024

“Non una di meno”: davvero?

Scarpe e panchine rosse, post, slogan, conferenze…oggi va bene tutto. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve essere celebrata. Una data simbolo serve. Non sono tra coloro che snobbano l’occasione specifica dicendo: “La donna va rispettata tutto l’anno”. È una frase di circostanza, servono i fatti e una giornata che lo ricordi. Le donne vanno aiutate, le donne vanno difese, le donne vanno protette. Tutte? La risposta non è affatto immediata perché su questo quesito pende come una spada di Damocle un divario spaventoso, un’ipocrisia imperante, una sorta di posticcia miopia che mi fa venire l’orticaria.

A Roma si è svolto sabato 23 novembre il corteo di “Non una di meno”. Lo striscione che apriva la manifestazione recitava “Disarmiamo il patriarcato”, mentre su un altro appeso al lato di uno dei due tir presenti nel corteo “La vergogna deve cambiare lato”. Mentre si inneggiava giustamente contro la violenza, contemporaneamente andava in scena l’esatto opposto: veniva bruciata davanti al ministero dell’Istruzione un’immagine del ministro Valditarta, reo di dichiarazioni non in linea con il femminismo imperante; si urlava contro la legge che ha reso la gestazione per altri (o GPA) reato universale considerata dalle manifestanti omotransfobica quando difatti è una forma di violenza contro una donna sfruttata solo per raggiungere scopi personali; si attaccavano i volontari per la vita che nei consultori dicono una parola a favore della donna e del suo bambino perché giudicati offensivi della libertà altrui.

Insomma, decidiamoci: siamo veramente dalla parte di tutte le donne? Si condannano veramente tutte le forme di violenza? Anche le donne uccise con l’aborto nel seno materno? Anche le donne che subiscono la violenza di portare in grembo un figlio e poi di darla alla nascita alla coppia committente solo perché povere ed emarginate? Anche le donne, spesso ragazzine, vittime di prostituzione, di revenge porn, troll e di ogni forma di vendita del proprio corpo? Di queste donne vogliamo parlare?

Perché non si parla di quanto la pornografia incide nella mente delle persone ai fini della violenza sessuale sulle donne? Perché non si affronta il dramma dei ragazzini di 11-12 anni che hanno accesso grazie allo smartphone a video pornografici dove la donna è considerata solo un oggetto di piacere? E vogliamo parlare delle canzoni trap che ascoltano i nostri figli? Sfera Ebbasta è diventato milionario appellando continuamente, nei suoi testi, le donne come prostitute che non valgono nulla con un linguaggio maschilista e aberrante. Perché nessuno si ribella?

Se davvero ci sta a cuore la condizione femminile e se davvero vogliamo combattere contro gli abusi sessuali e le violenze fisiche o psicologiche, perché i capitoli drammatici dell’aborto, dell’utero in affitto, della prostituzione, della pornografia, sono nascosti? Non parliamo dei giornali, nessuno fa domande scomode. Nessuno ha il coraggio veramente di dire la verità. Siamo immersi in una grande ipocrisia, questa è la verità. Inutile piangere le nostre donne se non abbiamo l’onestà intellettuale di ammettere le radici del male e le contraddizioni del nostro modo di vivere e di pensare. La civiltà ha a che fare con la difesa dei più deboli. Tutti altrimenti è solo l’ennesima farsa ideologica.  



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).


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