PREGARE IN FAMIGLIA

La preghiera? Il motore della nostra famiglia… Ecco come l’abbiamo capito

preghiera

di Marina Scarrone

Sono Marina, mamma di tre figli, e vorrei raccontarvi come e quando la preghiera è diventata il fulcro della nostra vita in famiglia. Ci ha aiutato molto il concetto delle “priorità”. Vivere secondo delle priorità non significa solo avere dei valori, ma anche viverli in un ordine, partendo da quello più importante. È così che la preghiera non è più solo un compartimento da coltivare bene, ma diventa la priorità assoluta della nostra vita e valore fondante di tutti gli altri.

Sono Marina, una madre di famiglia. Io e mio marito Francesco per anni abbiamo fatto un grande errore: abbiamo vissuto la vita a compartimenti stagni, e di conseguenza anche la fede. Vivere a compartimenti stagni significa vedere la vita come un semplice insieme di “aree” – appunto compartimenti – e cercare di essere bravi in ognuna di esse. L’area della coppia, quella delle amicizie, quella dell’esercizio fisico, del lavoro, della cura di sé, quella della fede. Tutte sullo stesso piano, ognuna da coltivare al meglio delle nostre possibilità. Ciò è corretto all’apparenza, se non fosse che ci stavamo dimenticando di una cosa fondamentale: le priorità.

Vivere secondo delle priorità non significa solo avere dei valori, ma anche viverli in un ordine, partendo da quello più importante. È così che la preghiera non è più solo un compartimento da coltivare bene, ma diventa la priorità assoluta della nostra vita e valore fondante di tutti gli altri.

La preghiera allora è stata messa davanti a tutto il resto, e anche alla base di tutto il resto!

Lasciate che vi faccia un esempio… 

Per noi Gesù era solo tra le mura di una chiesa, durante i pellegrinaggi o nei luoghi di preghiera. Ora è nella relazione tra me e mio marito, è nel modo in cui vediamo e trattiamo il nostro corpo, nel modo in cui concepiamo il lavoro – il nostro contributo per il mondo -, è nel modo in cui io e mio marito viviamo la sessualità, nel modo in cui concepiamo l’attività fisica, nel modo in cui viviamo le amicizie.

Così… cambia tutto!

Ahimè, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. La nostra vita ha iniziato a cambiare sul serio quando abbiamo scoperto la grande – ma semplice – arte dell’organizzazione. Una priorità non diventa davvero prioritaria finché non sei intenzionale nel metterla come prima cosa nelle tue giornate. Il tempo della preghiera va assolutamente organizzato. 

Decidere una routine di preghiera e mantenere fissi gli orari è fondamentale (sennò, perdonate la schiettezza, significa che non ci si tiene abbastanza), compatibilmente con gli impegni e gli imprevisti di una famiglia, ma quest’ultima frase non deve essere usata come scusante. 

Magari abbiamo deciso di dire tutti insieme i vespri alle 18.30, tutte le sere. Appena però ci viene in mente la frase “compatibilmente con gli imprevisti che può avere una famiglia”, ecco che magicamente la preghiera rischia di scivolare in fondo alla lista delle priorità. E allora, se io alle 18.30 sto stirando, penso che questo sia uno di quegli imprevisti che possono far slittare, o addirittura saltare, la preghiera. Il bimbo da lavare, il risotto da metter su in padella, tutto rischia di diventare più importante della preghiera. 

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Mettersi invece un orario fisso e cercare in tutto e per tutto di rispettarlo è importantissimo. Nei monasteri, quando suona la campana per chiamare monaci e monache in chiesa per la Liturgia delle Ore, tutti smettono all’istante di fare quello che stanno facendo e si recano in chiesa. Sarebbe bello che fosse così anche in famiglia. Ti restano ancora due camicie da stirare? Non importa, non verranno stirate. C’è da metter su la cena? Tardare di dieci minuti non sarà un dramma. 

Altre volte, invece bisogna giocare d’astuzia e conoscersi bene. Facciamo un esempio pratico: si è deciso di andare tutti i giorni a Messa, ma l’unico momento libero è alle 7.30 del mattino e pensate di non riuscire ad alzarvi così presto. Basta organizzarsi e provare a cambiare, gradualmente se necessario, le proprie abitudini. Premesso che più o meno a tutti servano 7-8 ore di sonno circa, e se ci si deve svegliare alle 6.30 per arrivare in tempo a Messa, il giorno prima bisognerà essere a letto entro le 22.30. 

Ad alcuni queste dritte potranno sembrare scontate, ma avere chiaro l’obiettivo ogni giorno e avere chiara l’organizzazione per poterci arrivare no, non è scontato. Ricordarsi tutti i giorni, vicendevolmente, che la priorità è dare del tempo a Gesù no, non è scontato.

Agiamo d’astuzia! Purtroppo, c’è una creatura – il demonio – che è molto più astuto e furbo di noi, e uno dei suoi primi obiettivi è proprio quello di mettere i bastoni tra le ruote alle famiglie. E lo fa tranquillamente anche con la disorganizzazione di molti di noi.

Non dimentichiamoci poi che ci sono diversi “tempi” della preghiera in una famiglia: c’è il tempo per pregare tutti insieme, il tempo per pregare in coppia marito e moglie, il tempo da dedicare alla crescita spirituale dei figli. È davvero bello quando riusciamo a dedicare un po’ di tempo ad ogni momento, senza perderci i pezzi. Questo avviene sempre con una buona organizzazione e chiarezza nelle priorità. 

Se serve, ci possiamo far aiutare da una tabella oraria dove scrivere le nostra “regola di preghiera” della famiglia e appenderla in un ambiente comune in casa propria, così da averla sempre sotto gli occhi e spronarci a vicenda a seguirla!

Con questi piccoli passi possibili, riusciremo sicuramente a creare e mantenere il nostro tempo con e per Gesù, tutti insieme.




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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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