Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Il commento
“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (21,33). Leggere a distanza di duemila anni queste parole, scritte e annunciate quando il cristianesimo era solo un minuscolo frammento dell’impero romano, ci permette di dire con legittima fierezza: “Promessa compiuta”. Gesù ha consegnato parole che hanno rischiarato il cammino dell’umanità e ancora oggi danno senso e vigore alla vita di una moltitudine di uomini e donne. Parole che durano per sempre. Se questa è la fede, impegniamoci a stare ogni giorno in ascolto di Dio. La sua Parola, infatti, è l’oggettivo fondamento della vita, insegna a distinguere le cose che passano e quelle che durano, le cose che rispondono solo ai bisogni individuali e quelle che realizzano il bene di tutti. “La carità non avrà mai fine” (1Cor 13,8), scrive Paolo alla comunità di Corinto. È una parola luminosa. Tante volte, anzi il più delle volte, pur desiderando il bene comune, siamo schiavi di noi stessi, ascoltiamo solo la voce dell’io, non sappiamo compiere un buon discernimento e così… riempiamo la vita di cose superflue o inutili. La Parola di Dio allarga il cuore e chiede di andare oltre noi stessi. Non basta rispettare l’altro, occorre amarlo… “come sé stessi” (Mt 22,39). Non è sufficiente restare nei confini della giustizia, occorre camminare nei sentieri della carità. Non basta rinunciare alla vendetta, è necessario perdonare di cuore.
“Prendi il largo e gettate reti” (Lc 5,4), dice Gesù a Pietro. La Parola di Dio non ci fa stare tranquilli, ci obbliga a uscire dall’orizzonte delle nostre comodità, propone obiettivi che non sembrano e/o non sono facilmente raggiungibili e, in ogni caso, non coincidono con quello che abbiamo pensato. La Parola è sempre scomoda, ci fa sperimentare la precarietà di chi non ha le risorse necessarie per rispondere agli appelli di Dio. E tuttavia, chi accetta la sfida del Vangelo non insegue illusioni ed è certo di fare della vita un annuncio di quella gioia che dura per sempre.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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