PANE QUOTIDIANO Vengono dal carcere le ostie per l’altare: l’iniziativa in due diocesi Autore articolo Di Vito Rizzo Data dell'articolo 5 Dicembre 2024 Nessun commento su Vengono dal carcere le ostie per l’altare: l’iniziativa in due diocesi di Vito Rizzo Il progetto si intitola “Pane quotidiano” e si è scelto di legarlo alla figura di Carlo Acutis, il futuro santo che ha riconosciuto nell’Eucaristia la sua autostrada per il cielo. Una felice intuizione della direttrice del carcere di Vallo della Lucania Caterina Sergio e dei due Vescovi, Vincenzo Calvosa e Antonio De Luca, e che vede in questo laboratorio per ostie, all’interno delle mura di un carcere, un segno di speranza che fa da preludio all’imminente avvio dell’anno giubilare «Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna». È questa la formula che apre la Liturgia eucaristica durante la celebrazione della Santa Messa. Le particole fatte di acqua e farina sono presentate all’altare per essere consacrate. Sono frutto della bontà di Dio, della terra e del lavoro dell’uomo. Tutto concorre al momento più alto e solenne che pervade l’esperienza umana, il Mistero di Cristo, salvezza di ogni uomo. Questa piccola, ma necessaria, digressione liturgica ci aiuta a cogliere con pienezza il senso teologico della scelta delle Diocesi di Vallo della Lucania e di Teggiano-Policastro, piccole realtà del Cilento, di affidare ai detenuti del carcere di Vallo della Lucania, provincia di Salerno, la produzione delle ostie che saranno poi usate nelle diverse parrocchie del territorio. Un progetto importante, sviluppato dalle rispettive Caritas diocesane, e che è finanziato anche con i fondi dell’8permille. Attraverso poi la cooperativa sociale “Al tuo fianco” le particole potranno essere acquistate su tutto il territorio nazionale e oltre. Un progetto non soltanto di recupero sociale, vero spirito della pena detentiva, ma anche di forte portata simbolica. Il corpo del riscatto dell’uomo, del più alto gesto d’amore, viene preparato dalle mani di chi il corpo altrui ha tristemente violato. Sì, perché il piccolo istituto penitenziario di Vallo della Lucania è destinatario di una particolare tipologia di reati, quelli a sfondo sessuale: violenze, abusi, costrizioni psicologiche e fisiche. Eppure, dietro la condanna, si offre un’occasione di riscatto, un cammino di rinascita, di conversione. Leggi anche: Non possiamo dimenticare Filippo Quelle mani che hanno offeso la dignità umana e relazionale sono le stesse mani che concorrono a offrire sull’altare il riscatto. È l’offerta materiale che si traduce nell’offerta di una vita, che si macchia della caduta ma che si apre ad essere purificata e redenta. Sono quelle stesse mani, è il lavoro di quello stesso uomo che consente anche a me, anche a te, di ricevere il Corpo di Cristo. Il momento più basso della caduta che diventa il primo passo per la risalita. Il progetto si intitola “Pane quotidiano” e si è scelto di legarlo alla figura di Carlo Acutis, il futuro santo che ha riconosciuto nell’eucaristia la sua autostrada per il cielo. Una felice intuizione della direttrice del carcere di Vallo della Lucania Caterina Sergio e dei due Vescovi, Vincenzo Calvosa e Antonio De Luca, e che vede in questo laboratorio per ostie, all’interno delle mura di un carcere così particolare, un segno di speranza che fa da preludio all’imminente avvio dell’anno giubilare. Proprio questo, del resto, è stato il cuore del messaggio che Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis, ha voluto affidare ai protagonisti di questo progetto: «Confidate nella misericordia di Dio. Ognuno di noi è peccatore ma è speciale ed unico e quotidianamente è chiamato a seguire la strada della santità. Coraggio, pregate e seguite l’esempio di Carlo perché tutti abbiamo una speranza». Tutti, nessuno escluso. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag AL TUO FIANCO, CARCERATI, carcere, Caritas, Carlo Acutis, Messa, OSTIE, PANE QUOTIDIANO, RISCATTO Vito Rizzo Vito Rizzo è nato e vive ad Agropoli (SA). Avvocato e giornalista, autore e conduttore di programmi televisivi di informazione religiosa. È catechista, educatore di Azione Cattolica e direttore del Festival della Teologia “Incontri”. Oltre alla Laurea in Giurisprudenza all’Università “Federico II” di Napoli, ha conseguito la Laurea in Scienze Religiose presso l’ISSR “San Matteo” di Salerno e sta proseguendo gli studi teologici presso la Sezione “San Luigi” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Tra le sue pubblicazioni “La Fabbrica del Talento”, Effedi editore (2012), con Milly Chiarelli “Caro Angioletto. Le preghiere con le parole dei bambini”, L’Argolibro editore (2014), con Rosa Cianciulli “Francesco. Animus Loci”, L’Argolibro editore (2018). Ha attivato un suo blog (vitorizzo.eu) su cui pubblica riflessioni e commenti e collabora alla rivista on line di tematiche familiari Punto Famiglia. Sempre con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato “Carlo Acutis – l’apostolo dei Millennials”. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “La partita educativa si gioca con l’autenticità”: intervista a una counselor familiare Non farti leggere la mano, lascia che la mano te la prenda Dio. Riflettendo con il Papa I giovani e la rivoluzione sessuale: l’amore è cambiato? Tregua a Gaza. 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