CORRISPONDENZA FAMILIARE

In ogni bambino, il palpito di Dio. Come vivere il tempo dell’attesa

9 Dicembre 2024

Oggi condivido con voi due lettere che ho consegnato agli sposi nei primissimi giorni in cui hanno scoperto che un bambino aveva iniziato l’avventura della vita. È necessario fin dall’inizio accompagnare i genitori in questa avventura, aiutarli a vivere il tempo dell’attesa non solo con la gioia e la trepidazione per quella creatura, ancora nascosta nel grembo, ma anche con l’intima certezza che quel bambino è immagine di Dio e porta Dio nella loro casa. Il tempo della gravidanza diventa così lo spazio in cui celebrare il Dio della vita. 

Cari amici, 

La confidenza con tanti sposi mi permette, a volte, di ricevere in anteprima l’annuncio che sono in attesa. Non è solo una notizia ma un vero e proprio annuncio, è sempre una buona notizia. “Rendiamo grazie a Dio”, dissi ad una sposa che comunicava, con qualche legittima trepidazione, la presenza di una nuova creatura. Era la quinta gravidanza. Un bambino non è mai un intruso, anche quando le condizioni non sembrano favorevoli o non coincidono con le attese e i progetti degli sposi. Un bambino è un dono, porta nella casa un frammento di luce, costringe i genitori a ripensare la vita coniugale e familiare. Ogni bambino è un nuovo inizio. 

Carissimi Sara e Rosario, 

le notizie corrono veloci, quella di una nuova vita si diffonde ancora più rapidamente e giunge come una carezza. Si apre una nuova stagione nella vita coniugale, l’arrivo di un figlio segna il passaggio dalla vita di coppia a quella di una famiglia. Un passaggio desiderato e impegnativo. Un figlio è dono da accogliere con gioia e responsabilità. Serve un surplus di amore. Anche se lo avete atteso, non siete ancora pronti. Il passaggio dalla coniugalità alla genitorialità non avviene senza fatica. 

Una cosa è avere un figlio, altra cosa è essere genitori. 

Figli si nasce, genitori si diventa.

Per questo fin d’ora invoco su di voi la grazia del Signore perché vi doni la luce necessaria per vivere questa nuova esperienza che dà una nuova e decisiva impronta a tutta la vita. 

Il Nuovo Testamento inizia dall’annuncio di una nascita. Per una provvidenziale coincidenza proprio ieri mattina avevo proposto ad un gruppo di preti la catechesi su Zaccaria, quella che lo vede protagonista incredulo di un annuncio sorprendente: “tua moglie Elisabetta ti darà un figlio” (Lc 1,13). Zaccaria accoglie con incredulità questa parola perché ormai non attende più nulla. Non è l’uomo che decide quando e come avere un figlio, tutto è nelle mani di Dio. 

Leggi anche: La comunicazione tra madre e figlio in gravidanza

Un figlio non risponde solo ai desideri dei genitori ma appartiene a quella storia che Dio realizza lungo i secoli. Siete collaboratori di Dio! Questa coscienza di fede invita a vivere questo tempo con una più ardente preghiera. San Francesco di Sales offre alle donne sposate questa esortazione:

«Santa Monica, quand’era incinta del grande S. Agostino, lo consacrò con rinnovate offerte, alla religione cristiana e al servizio della gloria di Dio, come ci riferisce egli stesso confessandoci che aveva già assaporato “il sale di Dio nel seno di sua madre“. È un grande esempio per le donne cristiane: offrire alla maestà divina il frutto del loro seno, anche prima che veda la luce, perché Dio, che accetta le offerte di un cuore umile e pieno di buona volontà, abitualmente asseconda gli affetti delle madri in tali condizioni».

Insieme a voi rendo grazie a Dio per il dono della vita. Affidatevi ai santi Luigi e Zelia e in modo particolare alla madre di santa Teresa che, avendo accolto nove figli, conosce la gioia e la fatica della gravidanza. Uniti nel Signore. 

don Silvio 


Cara Lucia, 

con gioia, non priva di umana trepidazione, oggi puoi cantare il tuo Magnificat e ripetere le parole della Vergine: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente”. Sì, il Signore fa sempre grandi cose ma l’opera più grande è quella di generare vita. Quando scopre di custodire in grembo una nuova vita, la donna sente il palpito di Dio. Se ti fermi e respiri piano, puoi anche percepire la presenza dell’angelo che annuncia: “sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo” (Lc 1,32). Sì, dal momento che Dio si è fatto uomo e si è unito ad ogni uomo, ogni nuova creatura riceve la grazia di essere figlio e, se accoglie questo dono, riceve la grazia di vivere come figlio di Dio. Mistero grande che possiamo intravedere attraverso la fede. 

Ti trovi all’inizio di una nuova avventura. Non temere, dice l’angelo a Maria, il Signore è con te. Hai ricevuto questa lieta notizia nei giorni che precedono il Natale, quelli in cui contempliamo la maternità di Maria. Tieni fisso lo sguardo su di Lei. Domani inizia una novena che ti porta a celebrare la solennità della divina maternità. Il 23 dicembre è anche il giorno in cui è nata Zelia, affida ai santi Martin questa nuova creatura. Chiedi la grazia di vivere questa nuova maternità con la stessa fede di Zelia e ricorda che quando ha partorito Teresa aveva compiuto 41 anni. In quell’epoca gli anni pesavano molto di più rispetto ad oggi… 

Ricordando la grazia che ha sempre accompagnato la sua esistenza, Sant’Agostino afferma: “già ero segnato col segno della sua croce, già insaporito col suo sale fino dal primo giorno in cui uscii dal grembo di mia madre, che sperò molto in Te” (Confessioni, I, 11, 17). Il santo vescovo attribuisce tutto questo alla madre, grazie a lei ha ricevuto fin dal primo giorno di vita il latte della fede, grazie alle sue preghiere egli ha ottenuto dopo lunghe battaglie la luce della fede. Non aspettare la nascita, fin d’ora rivesti di preghiere questa nuova creatura. 

È tempo di custodire questa vita, ancora così fragile e bisognosa di sentire fin d’ora l’amore della madre. Mi unisco alla tua e vostra preghiera. 

don Silvio 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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