VOCAZIONE SPONSALE
La vocazione è solo per sacerdoti e suore? No, anche per gli sposi!

A volte pensiamo che solo i sacerdoti e le suore abbiano ricevuto una “vocazione” dall’alto. Papa Francesco smentisce questa credenza, sottolineando che “il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa”. Pertanto, “la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale”.
Molte volte ci viene chiesto, da sposi cristiani, di rendere ragione dei motivi per cui abbiamo scelto di sposarci in Chiesa, mediante il sacramento del matrimonio: in fondo, non è lo stesso, se una coppia è solida e si vuole bene?
Spesso siamo tentati di pensare che dobbiamo convincere i nostri interlocutori a forza di parole. Eppure, la fede cristiana, come ricordava Papa Benedetto XVI e come ripete Papa Francesco, si trasmette “per attrazione”, mediante la nostra stessa vita.
Cosa ci dà, concretamente, il matrimonio cristiano? In che modo rendiamo manifesti i doni di Dio?
Potremmo chiederci proprio questo, nel tempo di Avvento vissuto come sposi: chi non crede in Gesù e nel matrimonio, può vedere in noi una luce, un esempio, una testimonianza “bella”, senza il bisogno di ascoltare da parte nostra spiegazioni, bensì guardando solamente il modo in cui viviamo?
Essere testimoni del sacramento ricevuto
Come afferma Papa Francesco in “Amoris Laetitia”, il sacramento del matrimonio non è una “convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno”. Al contrario, “è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi”. Inoltre, “gli sposi sono il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra, e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi”.
Inoltre, il matrimonio cristiano non è solo una scelta della coppia, ma ancor prima risposta a una chiamata di Dio. Capita, anche nella Chiesa, di pensare che solo i sacerdoti e le suore abbiano ricevuto una “vocazione” dall’alto. Papa Francesco smentisce questa credenza sottolineando che “il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa”. Pertanto, “la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale”.
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Il sacramento del battesimo e quello del matrimonio: quale legame?
Sempre in Amoris Laetitia, il Papa afferma che “Il dono reciproco costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa”. (n. 74)
Dunque, quando ci viene chiesto perché sposarsi in Chiesa, il motivo è anche che si vuole vivere coerentemente col Battesimo ricevuto in Cristo la propria vita affettiva, sponsale, matrimoniale.
Un battezzato, che crede all’amore e al perdono di Dio in Gesù, sceglie il sacramento del matrimonio per realizzare “nella grazia” il dono di sé ad un altro.
Il Papa precisa: “Cristo stesso viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri”.
La sessualità “redenta”
E il dono dei corpi? In che modo entra in questo progetto? “L’unione sessuale – si spiega ancora in Amoris Laetitia” – vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il «mistero nuziale». Il valore dell’unione dei corpi è espresso nelle parole del consenso, dove i coniugi si sono accolti e si sono donati reciprocamente per condividere tutta la vita. Queste parole conferiscono un significato alla sessualità, liberandola da qualsiasi ambiguità”.
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