“Dopo la morte di mamma scappavo dal Natale. Poi è cambiato tutto…”

Era il 2018. Avevo perso mia madre da pochi mesi e quel Natale si prospettava molto difficile, era il primo senza di lei. Che fastidio le luci; mi rendeva triste la musica festosa alla radio, non sopportavo le pubblicità. Ad un tratto, ho capito che stavo sbagliando. Quello non era il Natale! Ho cambiato spirito, ho tolto il superfluo, ho fatto spazio a Gesù. È stato il Natale più vero di sempre.

Di Cecilia Galatolo

Il Natale è tempo di grazia, per chi vuole vivere in contatto con il Cielo. Ora lo so, ma qualche tempo fa non lo sapevo. È il motivo per cui ho deciso di rendere pubblica la mia testimonianza.

A volte, siamo tentati di pensare che, se non c’è allegria nel nostro cuore, il Natale “non fa per noi”. Siamo portati, allora, ad autoescluderci dal clima di festa; a fare come se questo periodo dell’anno non ci fosse. A vivere, insomma, come se nulla accadesse, pur provando una certa irritazione per il “clima gioioso” che si respira nell’aria.

Il Natale – pensavo – è per le persone che hanno voglia di stare con gli altri in allegria, di scambiare doni, di cantare, di far bei pranzi. E io non ero mai stata più lontana da tutto ciò come quell’anno: mia madre era mancata, dopo una brutta malattia, solo pochi mesi prima.

Ero cristiana e sapevo che il Natale era la festa del Signore, accanto a questo, però, avevo sempre apprezzato anche “il contorno”. Sono una persona che ama le feste, in genere. 

Questa volta, però, c’era il vuoto nel mio cuore, non la gioia

Che fastidio le luci; mi rendeva triste la musica festosa alla radio, non sopportavo le pubblicità.

Ad un tratto, però, mentre ascoltavo l’ennesima melodia sdolcinata in sottofondo dentro a un locale, ho capito: stavo sbagliando. Quello non era il Natale! Io dovevo attendere la nascita del mio Gesù, un Dio che si fa bambino, piccolo, indifeso per abitare la mia vita, per abitare anche – soprattutto! – il mio dolore. 

Si è accesa come una luce in cuor mio: il Natale non era mai stato proprio per me, come in quell’anno difficile e senza calore. 

In Gesù che si incarna, infatti, mia madre vive ancora: è stato abbattuto il muro che separava il genere umano dal regno divino. 

Il Signore ha fatto irruzione nella storia, e, grazie a questo evento, la nostra storia, quella di ciascuno, irrompe nell’eterno.

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Erano i primi di dicembre quando ebbi questa sensazione. Da quel momento, ho spento la radio per un po’ e mi sono messa in ascolto delle mie emozioni

Ho iniziato a rifuggire i negozi, i luoghi caotici. Lì non avrei potuto vivere con Cristo il primo Natale dopo il “trasferimento” di mia madre in Cielo.

Ho preferito frequentare le chiese, durante le celebrazioni, oppure da sola. 

Invece di canticchiare i soliti ritornelli, ho preferito parlare con gli amici intimi, pregare.

Davanti al tabernacolo, potevo abbandonarmi nel silenzio a Gesù, consegnandogli tutto. Si era incarnato davvero, era rimasto davvero nella storia: quindi era lì, lì per me!

A volte, poi, mi mettevo davanti al bambinello del presepe appena allestito e gli chiedevo di fare una carezza alla mamma per me.

Pensavo che sarebbe stato il Natale più brutto. 

Invece è stato il più vero

Ho realizzato che non avevo mai davvero festeggiato il Natale: ovvero, non avevo mai preparato così intensamente il mio intimo alla venuta di un Dio che può strapparmi perfino dal vuoto della morte, dicendomi di non temere, poiché tutto è custodito in Lui e nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto. 

Era il primo Natale senza mamma, ma è stato, alla fine, anche il primo Natale della mia vita.

Vi scrivo questo perché possiate sperimentare anche voi, se vi trovate nella mia stessa situazione, una gioia piena, quella di chi si lascia accarezzare l’anima, quella di chi evita il rumore e si fa consolare dall’unico che può.

Non disprezzate questo meraviglioso tempo, spogliatelo del superfluo: capirete che è proprio la festa di quelli come voi. Di quelli che hanno il cuore grigio… e aspettano solo che sia irradiato dalla Luce vera.

“Tu scendi dalle stelle, 
o Re del Cielo…
e vieni in una grotta, 
al freddo e al gelo”

Quella grotta fredda e gelida, Gesù, era la mia vita, a causa del lutto. 

E tu sei sceso dal Cielo, per venire ad abitare proprio




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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