CORRISPONDENZA FAMILIARE

Aprite la porta dell’amore. L’anno santo degli sposi

30 Dicembre 2024

“In questa notte è per te che si apre la porta santa del cuore di Dio”: con queste parole Papa Francesco ha chiuso l’omelia della celebrazione eucaristica che ha dato inizio all’Anno Santo. Sono parole consegnate a tutti, credenti e non. Il mio pensiero va agli sposi. E non solo perché il mio ministero sacerdotale è particolarmente legato a coloro che hanno ricevuto la vocazione al matrimonio; ma anche perché nella notte di Betlemme, quando Dio si presenta con il volto di un Bambino, c’è una coppia di sposi che lo accoglie: una madre che lo stringe nell’abbraccio e gli dona il latte e un padre che si prende cura di lui. 

Dio entra nella storia mediante una famiglia. La luce divina è nascosta nella trama umanissima e banale di un’umile famiglia, in apparenza uguale alle tante. Non è un fatto casuale ma un segno, cioè una parola che Dio consegna all’umanità: se tutto riparte da un Bambino vuol dire che la famiglia – ogni famiglia – ha un ruolo significativo nella storia che Dio vuole realizzare. È questa la lettura che propone Benedetto XVI: 

“Nel Vangelo non troviamo discorsi sulla famiglia, ma un avvenimento che vale più di ogni parola: Dio ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana. In questo modo l’ha consacrata come prima e ordinaria via del suo incontro con l’umanità” (31 dicembre 2006)

Queste parole sono l’eco fedele del magistero di Giovanni Paolo II che, nella Lettera alle famiglie pubblicata trent’anni fa scriveva: “Attraverso la famiglia fluisce la storia dell’uomo, la storia della salvezza dell’umanità”. Papa Wojtyla aggiungeva che la famiglia “al centro del grande combattimento tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l’amore e quanto all’amore si oppone. Alla famiglia è affidato il compito di lottare prima di tutto per liberare le forze del bene, la cui fonte si trova in Cristo Redentore dell’uomo” (Gratissimam sane, 23). 

Il Giubileo inizia dalla famiglia, inizia in ogni famiglia. Se Nazaret è “la scuola del Vangelo”, come disse Paolo VI, l’impegno per la famiglia non può essere considerato come uno dei tanti capitoli della vita ecclesiale ma quello che deve avere diritto di priorità. Spero che in ogni programmazione dell’anno giubilare, sia data la giusta attenzione alla vocazione e alla missione che la Provvidenza divina ha affidato agli sposi. 

Cari sposi, aprite le porte all’Amore, accogliete l’amore che Dio dona con abbondanza mediante il suo Spirito. La speranza cristiana, che il Papa ha scelto come filo rosso di questo Giubileo, nasce dall’amore fedele di Dio, come annuncia Paolo: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). È questo il punto di partenza, il permanente principio della vita coniugale e familiare: lasciatevi amare da Dio, accogliete lo Spirito che purifica il vostro fragile amore e vi comunica la forza di Dio. 

Dio è sorgente inesauribile, dona a tutti e sempre l’amore che salva. È bene ricordare che l’Eucaristia è il canale ordinario, quello più semplice e immediato, in cui Dio comunica la potenza del suo amore. Per vivere un Anno Santo, per fare di questo anno un cammino di santità, è opportuno compiere una più decisa scelta eucaristica. Sono convinto che una più frequente partecipazione alla Messa aiuta gli sposi a custodire l’amore e a custodirsi l’un l’altro nell’amore. 

Cari sposi, aprite la porta dell’amore. Nella misura in cui accogliete l’amore di Dio, diventate capaci di amarvi e di fare dell’amore la luce che rischiara la vita familiare. Mi raccomando, aprite la porta, anzi spalancate la porta dell’amore, non tenetela socchiusa, manifestate e comunicate a piena voce l’amore. È questo il dono che avete ricevuto da Dio. Ed è questo il dono che dovete seminare.

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So bene, cari sposi, che la vita di una coppia appare spesso come un campo di battaglia, la fatica inaridisce i sentimenti, gli inevitabili errori generano conflitti. In queste condizioni il rischio più grande è quello di arrendersi e sostituire l’amore con la convivenza. Per non cadere in questa trappola vi suggerisco alcuni piccoli impegni. 

  1. Imparate ad ascoltarvi, non usate il dialogo per lanciare accuse che possono ferire e generare amarezza. Al contrario, comunicatevi non solo le esperienze della vita quotidiana ma anche i desideri, non solo i problemi ma anche gli eventi che rendono più lieta la vita di ciascuno. 
  1. Imparate a condividere ogni aspetto della vita: la gioia e il dolore, i sogni e le speranze, gli impegni e la fatica. 
  1. Rendete grazie a Dio e ringraziatevi a vicenda per aver accettato la sfida dell’amore. Stare insieme a volte è impegnativo ma la solitudine è molto più stancante. Lo sanno bene gli sposi costretti alla separazione o alla vedovanza. 
  1. Il patto nuziale impegna ciascuno di voi a prendersi cura dell’altro. Non venite meno a questo impegni. Siete fragili e ciascuno ha bisogno dell’altro. Guardatevi con amore, usate più tenerezza, siate più affettuosi. 
  1. La vita è cosparsa di errori, siamo tutti difettosi. Mettete da parte giudizi e accuse, non risolvono i problemi ma li accrescono. Accoglietevi con umiltà, riconoscere più spesso i propri limiti aiuta il dialogo e favorisce la sincerità della comunicazione. Perdonatevi di cuore. 
  1. Imparate a riconoscere l’orgoglio che dimora in voi, in ciascuno di voi: è il nemico invisibile della relazione coniugale. Si nasconde bene e si ammanta si buone ragioni. L’orgoglio è un virus resistente ad ogni psicoterapia, l’umiltà è l’unico farmaco che può contrastarlo efficacemente. 
  1. Non stancatevi di ricominciare. Mille volte, se necessario. “Cominciare è di tutti, perseverare è dei santi”. 

Cari sposi, ricordate che il buon Dio accompagna i vostri passi e non vi fa mancare le risorse di cui avete bisogno per fare della vita una bella avventura. È questo il mio augurio per il nuovo anno. 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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