3 Gennaio 2025

Ho visto e testimoniato

Dal Vangelo secondo Giovanni

(Gv 1,29-34)

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Il commento

Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse…” (1,29). Giovanni Battista è il testimone della luce (1, 6-8), ha il privilegio di annunciare colui che viene a liberare l’umanità dal male. Non lo chiama per nome ma lo presenta come “l’agnello di Dio” (1,29), un titolo che richiama la liturgia pasquale dell’antico Israele. Una parola misteriosa che potrà essere pienamente compresa solo dopo la Pasqua di Cristo che sigilla la nuova e definitiva alleanza. Questa breve catechesi si conclude con un’affermazione che possiamo considerare come un vero e proprio annuncio che riassume la fede della Chiesa: “E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (1,34). Giovanni confessa candidamente che questa parola non è una conquista della sua intelligenza ma una luce che viene dal Cielo: “Io non lo conoscevo, ma Colui che mi ha inviato a battezzare, mi ha detto” (1,31). Il Battista non è un filosofo che scruta il mistero e comprende il senso profondo delle cose ma un uomo di Dio che, sapendo di non conoscere, si apre alla luce che viene dall’alto e riconosce che Gesù di Nazaret non è solo un profeta ma l’Inviato di Dio, non è solo uno che annuncia la Parola di Dio ma colui che manifesta il volto di Dio. Il Battista annuncia e comunica fedelmente quello che ha ricevuto, senza comprendere e senza pretendere di comprendere pienamente quello che dice.

Per la cronaca Gesù è il “figlio del carpentiere” (Mt 13,55) o il “figlio di Maria” (Mc 6,3). La fede lo riconosce e lo acclama come il “Figlio di Dio”. La cronaca lo presenta come un leader che parla e agisce con autorità, un Rabbì che affascina e convince una folla numerosa di discepoli. Noi invece sappiamo che tutto in Lui – proprio tutto: parole e gesti – è sacramento di Dio, cioè manifesta il volto di Dio e comunica l’amore di Dio. Non basta ripetere le parole della fede, se vogliamo diventare annunciatori, come il Battista, dobbiamo invocare e accogliere lo Spirito. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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