8 Gennaio 2025

10 anni dall’attentato alla redazione di Charlie Hebdo ma non abbiamo ancora imparato a fare satira

Il 7 gennaio del 2015 un commando terrorista formato da due attentatori, entrarono armati di Kalašnikov e al grido di «Allah è grande» nella sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo nel cuore di Parigi e causarono dodici vittime. Una strage grandissima. Fu decimata quasi tutta la redazione del giornale. Due milioni di persone si riversarono a Place de la Republique al grido “Je suis Charlie” per esprimere la loro indignazione. L’attentato fu rivendicato da Al-Qaida.

Quell’evento scosse tutto il mondo. È da condannare senza ombra di dubbio. Nessuna giustificazione ad un’azione terroristica così efferata e crudele. Tuttavia personalmente non mi sento in nome della libertà di condividere la linea editoriale di questa rivista. È irriverente specie nei confronti della religione cattolica. C’è una totale mancanza di rispetto che, lo ripeto, non giustifica azioni come quella del 7 gennaio in alcun modo, ma che offende profondamente tutto ciò che è sacro e questa linea editoriale non è giornalismo, piuttosto scade nella volgarità e nel grottesco.

In questo modo non si cercano vie di dialogo. Non so quanti ricordano quest’estate una vignetta dove era rappresentata la Madonna di Lourdes, nella Grotta delle Apparizioni con le tipiche vescicole causate dal vaiolo delle scimmie e c’era scritto nella vignetta: “Vaiolo delle scimmie: prima apparizione del virus in Europa”. Sulla sinistra della vignetta erano scritte delle parole che sono tutti modi in cui in francese si chiamano le prostitute. Una vignetta pesantissima, ingiustificata, irrispettosa forse collegata, secondo alcuni alle polemiche intorno all’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, con la parodia dell’Ultima Cena, che suscitò la reazione dei vescovi francesi e poi una parziale marcia indietro da parte dell’organizzatore della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici.

Questa sarebbe libertà di espressione? Prendersela con i cattolici, visto che è meglio non prendersela con altre religioni…? E perché i cattolici non dicono nulla? Non desidero assolutamente aizzare nessuno contro qualcuno ma ci sono anche dei limiti alla decenza che andrebbero rispettati e custoditi. La satira è sferzante sì, deve far ridere sì ma in nome della libertà di espressione non si possono giustificare caricature abiette e dissacranti. Solidarietà massima alle vittime, condanna assoluta della violenza islamica ma il giornalismo è un’altra cosa. E che il mondo zittisca, la cultura applaude, le istituzioni inneggiano contro la mia fede non lo concepisco e non posso fare altro che pregare per loro.



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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