INFANZIA
Papa Francesco e i bambini: combattere la piaga del lavoro minorile
“Un bambino che non sorride, un bambino che non sogna non potrà conoscere né fare germogliare i suoi talenti. In ogni parte della terra ci sono bambini sfruttati da un’economia che non rispetta la vita. Ma i bambini occupano un posto speciale nel cuore di Dio, e chiunque danneggia un bambino, dovrà renderne conto a Lui”. Così Papa Francesco all’udienza dell’8 gennaio.
Si avvicina la ricorrenza della Santa Infanzia e Papa Francesco ha voluto dedicare la catechesi del mercoledì 8 gennaio, offerta durante l’udienza generale, proprio ai bambini, i “più amati dal Padre”.
“Oggi sappiamo volgere lo sguardo verso Marte o verso mondi virtuali, ma facciamo fatica a guardare negli occhi un bambino che è stato lasciato ai margini e che viene sfruttato e abusato”. Non ha usato mezzi termini, Papa Francesco, ci ha voluto mettere di fronte a una grande ipocrisia collettiva: cercare vita su un altro pianeta, ma poi non aver cura di quella presente e assetata d’amore nel proprio.
“Il secolo che genera intelligenza artificiale e progetta esistenze multiplanetarie – ha proseguito – non ha fatto ancora i conti con la piaga dell’infanzia umiliata, sfruttata e ferita a morte. Pensiamo su questo”.
Dopo un primo ammonimento, il pontefice ha voluto puntare lo sguardo sulla Sacra Scrittura, rilevando ciò che insegna riguardo i bambini. “È curioso notare come la parola che ricorre maggiormente nell’Antico Testamento, dopo il nome divino di Jahweh, sia il vocabolo ben, cioè “figlio” – afferma il pontefice – quasi cinquemila volte. «Ecco eredità del Signore sono i figli (ben), è un suo premio il frutto del grembo» (Sal 127,3)”.
Se “i figli sono un dono di Dio”, “purtroppo, questo dono non sempre è trattato con rispetto” e la Bibbia stessa, ha fatto notare il Papa “ci conduce nelle strade della storia dove risuonano i canti di gioia, ma si levano anche le urla delle vittime”. In essa sono descritte le sofferenze dei più piccoli. Il Papa lo ha attestato citando ad esempio il libro delle Lamentazioni “La lingua del lattante si è attaccata al palato per la sete; i bambini chiedevano il pane e non c’era chi lo spezzasse loro” (4,4) e citando il profeta Naum, il quale “ricordando quanto era accaduto nelle antiche città di Tebe e di Ninive, scrive: «I bambini furono sfracellati ai crocicchi di tutte le strade» (3,10)”.
Il Santo padre ha poi messo l’accento sul fatto che queste pesanti parole sono del tutto attuali: “Pensiamo a quanti bambini, oggi, stanno morendo di fame e di stenti, o dilaniati dalle bombe”.
Inevitabile una riflessione sull’infanzia di Gesù, segnata dalla “bufera della violenza di Erode” e dalla precarietà, in quanto Maria e Giuseppe, come tanti genitori di oggi, sono stati costretti a divenire “profughi in un paese straniero” (cfr Mt 2,13-18).
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Una volta divenuto adulto, durante il suo ministero pubblico, quale è stato il rapporto di Gesù con i bambini?
“Nella sua vita pubblica – ha detto Francesco – Gesù andava predicando per i villaggi insieme ai suoi discepoli. Un giorno si avvicinano a Lui alcune mamme e gli presentano i loro bimbi perché li benedica; ma i discepoli li rimproverano. Allora Gesù, rompendo la tradizione che considerava il bambino solo come oggetto passivo, chiama a sé i discepoli e dice: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio». E così indica i piccoli come modello per gli adulti. E aggiunge solennemente: «In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso» (Lc 18,16-17)”.
In un passo simile, poi “Gesù chiama un bambino, lo mette in mezzo ai discepoli e dice: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3)”. E ancora “«Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare» (Mt 18,6)”.
Il Papa, meditando l’amore di Gesù per i bambini, ha voluto consegnare un messaggio: “i discepoli di Gesù Cristo non dovrebbero mai permettere che i bambini siano trascurati o maltrattati, che vengano privati dei loro diritti, che non siano amati e protetti. I cristiani hanno il dovere di prevenire con impegno e di condannare con fermezza le violenze o gli abusi sui minori”.
Infatti, si rammarica il Papa “Ancora oggi, in particolare, sono troppi i piccoli costretti a lavorare. Ma un bambino che non sorride, un bambino che non sogna non potrà conoscere né fare germogliare i suoi talenti. In ogni parte della terra ci sono bambini sfruttati da un’economia che non rispetta la vita; un’economia che, così facendo, brucia il nostro più grande giacimento di speranza e di amore. Ma i bambini occupano un posto speciale nel cuore di Dio, e chiunque danneggia un bambino, dovrà renderne conto a Lui”.
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