Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,12-16
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».
Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritira- va in luoghi deserti a pregare.
Il commento
“Ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi” (5,12). Siamo abituati a leggere il Vangelo come una favola, senza percepire la dolorosa realtà sottesa in ogni racconto. Si tratta invece di una scena drammatica: un uomo condannato e senza speranza chiede l’impossibile: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (5,12). E riceve l’impossibile: “Lo voglio, sii purificato!” (5,13). La risposta di Gesù ricalca esattamente la domanda, come uno che obbedisce prontamente. Vi invito a meditare con attenzione il primo verbo: “lo voglio”. Dare la guarigione è il più intimo desiderio di Gesù e svela l’infinito amore di Dio che vuole il bene dell’uomo, di tutti e di ciascuno. “La volontà di Dio è che tutti siano salvi” (1Tm 2,4), scrive Paolo a Timoteo. La salvezza è la piena realizzazione dell’uomo, la felicità sulla terra, al termine di questa vita, l’eterna beatitudine. Il secondo verbo non è meno importante perché mostra che Dio può effettivamente realizzare quello che desidera: “sii purificato”. Il buon Dio vuole e attua quello che vuole, libera l’uomo dalle catene del male e da tutto ciò che gli impedisce di essere felice, gli restituisce la sua piena dignità.
Dobbiamo custodire con amore quest’immagine evangelica. Ogni volta che abbiamo la possibilità di manifestare la carità, sia nella forma quotidiana che in quella eroica, significa dire a qualcuno: “Tu sei importante agli occhi di Dio, la tua dignità non dipende dalle condizioni in cui oggi ti trovi, tu sei unico e irripetibile”. Non sempre possiamo dare ciò che serve e ciò che l’altro chiede, ma possiamo e dobbiamo sempre comunicargli l’amore che risana le ferite dell’anima. Madre Teresa ha detto che i poveri non hanno solo bisogno di cose: “Aveva fame, non solo di pane, ma di un amore che sappia comprendere di essere amato, di essere conosciuto, di essere qualcuno per qualcuno”. Sulle orme dei grandi testimoni della carità, chiediamo la grazia di non essere indifferenti al grido dei fratelli.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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