16 Gennaio 2025

“Non ne vale la pena”: il cancro dell’amore

Se l’assenza di parole genera spesso incomprensioni, anche le parole buttate lì per caso possono creare voragini. Le parole contano. Hanno un peso così come il silenzio. Se questa regola è valida in tutte le relazioni sociali, nell’amore acquista un valore preponderante. Imparare a dialogare, a comunicare è alla base di un rapporto tra due persone che dicono di amarsi. Non è semplice. Intervengono molti fattori legati al carattere, alla formazione, alla capacità di gestire l’emotività. Capita spesso, nonostante molti anni di fidanzamento che alcune coppie si ritrovano nel matrimonio incapaci di condividere con l’altro, la persona più vicina, difficoltà o sogni nel cassetto per paura di essere derisi o, peggio ancora, non compresi.

In questo modo la comunione si deteriora poco a poco, diventa un involucro vuoto all’interno. Si creano distanze non fisiche ma interiori. Intervengono rabbia e frustrazione e spesso la decisione è andare via. Molte volte non si tratta di una separazione fisica ma del cuore. È come se ciascuno dicesse a se stesso: “Non ne vale la pena”. Così il matrimonio sprofonda in una palude dove è possibile sguazzare anche lunghi anni ricercando vie alternative oppure hobby su cui concentrarsi.

È diabolico e ci penso spesso: per portare avanti un lavoro, una impresa, un affare riusciamo a mobilitare tutta la nostra intelligenza, le capacità, l’inventiva. Quando si tratta dell’affare amore, è l’altro che deve capire e deve fare il primo passo. Quando ci impegneremo in ciò che mette in gioco tutta la nostra vita?

Quanti pregiudizi, delusioni, incomprensioni, inquinano l’amore. Una bella regola, che a mio avviso e secondo la mia sensibilità può essere una prospettiva interessante per la riuscita dell’opera, è l’amabilità. Papa Francesco la suggerisce in Amoris laetitia: “Per disporsi ad un vero incontro con l’altro, si richiede uno sguardo amabile posato su di lui. Questo non è possibile quando regna un pessimismo che mette in rilievo i difetti e gli errori altrui, forse per compensare i propri complessi. Uno sguardo amabile ci permette di non soffermarci molto sui limiti dell’altro, e così possiamo tollerarlo e unirci in un progetto comune, anche se siamo differenti”.

Se continuamente attacco l’altro, critico le sue parole, le sue azioni, il suo lasciare le scarpe in giro per la casa, il fatto che non metta mai i panni nel cesto giusto della biancheria sporca, o perché ha quel brutto vizio di riempire il lavandino di dentifricio quando si lava i denti, giorno per giorno la stima viene meno e con la stima anche l’amore si inaridisce.

“Chi ama è capace di dire – scrive ancora il Papa – parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano. Vediamo, per esempio, alcune parole che Gesù diceva alle persone: «Coraggio figlio!» (Mt 9,2). «Grande è la tua fede!» (Mt 15,28). «Alzati!» (Mc 5,41). «Va’ in pace» (Lc 7,50). «Non abbiate paura» (Mt 14,27). Non sono parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano. Nella famiglia bisogna imparare questo linguaggio amabile di Gesù”. È una strada ardua ma indispensabile. La migliore prevenzione al cancro dell’amore.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO

Vai all'archivio di "Un Caffè sospeso"

1 risposta su ““Non ne vale la pena”: il cancro dell’amore”

E’ proprio vero ed è proprio così. Ma occorre un cammino interiore ed averlo visto in famiglia, specialmente dal padre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.