Maternità

“Sia benedetta ogni maternità”: storie vere che danno speranza

gravidanza

“Sia benedetta ogni maternità – ha detto, di recente, papa Francesco – e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio”. Queste parole fanno venire alla mente i gesti eroici di tante donne. Basta fare una ricerca su internet scrivendo “rinuncia alle cure anticancro per salvare la vita del figlio” perché compaiano storie e volti che ci mostrano fin dove arrivi l’amore.

“Nessun bambino è un errore” ha detto Papa Francesco lo scorso domenica 22 dicembre, durante l’Angelus, pronunciato dalla Cappella di Casa Santa Marta a causa del freddo intenso e di un raffreddore.

Ha ribadito il concetto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede il 9 gennaio scorso. “Sia benedetta ogni maternità, e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio, che affida agli uomini e alle donne il potere di donare la vita ai bambini” ha detto, ricordando anche il bel gesto che si fa sull’autobus quando si cede il posto “subito” ad una donna incinta.

Queste parole fanno venire alla mente il gesto eroico di tante donne. Basta fare una ricerca su internet scrivendo “rinuncia alle cure anticancro per salvare la vita del figlio” perché compaiano storie, volti.

Del 2024 appena passato citiamo Deborah Vanini, una donna di 38 anni di Como. Nello stesso giorno ha scoperto di essere incinta ma anche di avere un tumore al quarto stadio. Il dilemma era: sottoporsi a cure invasive e quindi mettere a repentaglio la gravidanza, oppure rinunciare alle terapie per salvaguardare il figlio? Deborah ha scelto la seconda strada e a settembre ha partorito una bambina. L’ha chiamata Megan, ha avuto il tempo di abbracciarla e vederla crescere per due mesi, prima che la malattia prevalesse e la donna morisse a novembre.

Il 17 aprile 2024 nel duomo di Oderzo, in provincia di Treviso, si sono svolti i funerali della giovane mamma Azzurra Carnelos di 33 anni, morta il 13 aprile a causa di un tumore al seno. Una recidiva scoperta quando era incinta di Antonio, bimbo che oggi ha otto mesi.

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Poi il dono di Anna Evgrafova di 44 anni, il 16 marzo 2024, che rinuncia alla chemio e muore per far nascere il figlio. Anna, di origini russe, da tempo trasferitasi in Abruzzo, ha rifiutato le cure per dare alla luce il figlio, ma la scelta le è costata la vita.

Storie e gesti straordinari che commuovono e fanno riflettere.

I telegiornali nazionali hanno fatto la gara per cercare i primi nati in Italia.

Solo per citare un esempio, grande festa in Casa di Cura Santa Famiglia di Roma, Centro nascite di eccellenza a livello nazionale, dove a mezzanotte in punto (00:00:00) nasce Agata 3,5 kg di peso, secondogenita della coppia Giorgia Cannone e Massimiliano Magnetta, di Grottaferrata. A mezzanotte e un secondo (00:00:01), in un’altra sala partoil vagito di Flavio, 2,3 kg nato con parto cesareo, della coppia Manuela Gasparetto e Gianluca Giulivo che vivono a Latina, e nello stesso istante altre due bimbe vengono alla luce nelle altre sale parto della Struttura: sono Ginevra, peso 2,7 kg, da mamma Daniela e papà Morrise Violante 3,3kg da mamma Ramona e papà Alessandro, da Poggio Moiano (RI).

Piccole grandi storie che allietano e che danno ragione all’impegno di tante persone che lavorano per la bellezza della vita nascente. Ne abbiamo bisogno.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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