Una volta nelle nostre case di accoglienza che noi chiamiamo Oasi, per la presenza e il calore sia di una famiglia residente sia di Gesù Eucaristia, è arrivato un bambino che poi abbiamo scoperto, essere affetto da mutismo selettivo. Praticamente un disturbo d’ansia che comporta una persistente difficoltà da parte dell’individuo a utilizzare il linguaggio verbale in specifici contesti in cui ci si aspetterebbe che parli, a fronte della piena capacità di parlare in tutte le altre situazioni (ad es. a casa o nell’ambiente familiare). A scuola si rifiutava di parlare mentre a casa era un fiume in piena.
Secondo gli studiosi su questi bambini agisce lo stress prodotto da alcune esperienze vissute dal bambino come soggettivamente stressanti, di entità variabile (come l’ingresso a scuola, ripetute ospedalizzazioni per motivi medici, continue separazioni dai genitori, piccoli o grandi “stress” vissuti a casa o a scuola…). Dopo alcuni mesi e diverse terapie, accompagnate da una vita più ordinata e tranquilla, il piccolo si è sentito libero di parlare anche a scuola.
Ci sono dei silenzi che gridano aiuto e silenzi che bisogna imparare ad ascoltare. Nelle camere anecoiche (cioè, «senza eco») utilizzate spesso dalle aziende a scopi sperimentali, chiusa la porta si diventa l’unico rumore: il cuore pompa, le articolazioni scricchiolano, i liquidi gorgogliano. Il silenzio in queste camere è assordante, nella maggioranza dei casi, si scappa in preda a claustrofobia, nausea, panico, allucinazioni uditive. Sono solo due esempi estremi per dire che il nostro bisogno di scappare da una quotidianità opprimente o rumorosa non ha bisogno del silenzio assoluto né di quello che si traduce nel mutismo legato ad un evento traumatico ma del silenzio relativo, il solo che può veramente curare. Credo che questa esperienza significativa è offerta dall’adorazione eucaristica.
Presentando il suo ultimo libro-intervista “Dio esiste?” edito da Cantagalli, il cardinale Robert Sarah ha detto che: “Il compito più urgente è recuperare il senso dell’adorazione e della prostrazione con fede e stupore davanti al mistero di Dio! Come i Magi che «prostratisi Lo adorarono». La perdita del valore religioso dell’inginocchiarsi e del senso dell’adorazione di Dio è la fonte di tutti gli incendi e le crisi che stanno scuotendo il mondo e la Chiesa, dell’inquietudine e dell’insoddisfazione che vediamo nella nostra società. Abbiamo bisogno di adoratori! Il mondo sta morendo perché manca di adoratori! La Chiesa è inaridita dalla mancanza di adoratori. Questo è il primo e privilegiato luogo di dialogo con Dio: il Tabernacolo, la Sua presenza in mezzo a noi”.
L’adorazione eucaristica è un ottimo modo per recuperare il senso del silenzio curante. Davanti a Gesù noi non abbiamo paura di sentire i nostri rumori, quelli che vengono dai pensieri cattivi, dalle delusioni, dalle prove che dobbiamo attraversare. Davanti a Lui sentiamo di essere guariti dal nostro mutismo selettivo nel senso che ogni zona d’ombra con Lui e davanti a Lui è rischiarata dalla sua presenza. È un tempo privilegiato per comprendere quanto il dialogo con Lui è una fonte inesauribile e zampillante di consolazione e di gioia. È di questa gioia che dobbiamo nutrirci per crescere nell’amore verso Dio, verso noi stessi e verso gli altri. Il silenzio fecondo che genera vita.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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