EDUCARE ALLA MEMORIA

Le farfalle non vivono nel ghetto”: impariamo dagli errori del passato

di Giuseppe Lubrino

Gennaio è il mese della Memoria. Il ricordo del passato deve aiutarci, però, a porci domande sul presente e prevenire atrocità future. Come si è affermato il nazismo? Il male si afferma e si diffonde sempre grazie ad un comune tacito consenso. Qualcuno aveva il potere di agire preventivamente e di evitare che la macchina della morte entrasse in azione, ma non l’ha fatto. 

Il 20 luglio del 2000 l’Italia ha istituito il “Giorno della Memoria” nella data del 27 gennaio, in ricordo delle vittime delle barbarie del nazismo e del fascismo. La scuola italiana ogni anno nel mese di gennaio propone percorsi educativi improntati alla “memoria” degli orrori e degli abusi commessi nel secolo scorso. Anche l’Insegnamento della Religione Cattolica è coinvolto e può dare il suo contributo.

Il valore storico del passato deve poter svolgere una funzione preventiva nel presente, per auspicare un futuro libero da forme di terrore e coercizione.

Sappiamo che nei campi di concentramento come ad Auschwitz e Birkenau l’umanità si è dissolta e la speranza è stata seppellita dalla disperazione del sopruso e della violenza; ma come si è affermato il nazismo? Il male si afferma e si diffonde sempre grazie ad un comune tacito consenso

Qualcuno aveva il potere di agire preventivamente e di evitare che la macchina della morte entrasse in azione, ma non l’ha fatto: ha, invece, preferito girarsi dall’altra parte.

Qualcuno poteva attuare il bene ed evitare il male, ma non lo ha fatto

Vi è una responsabilità collettiva quando si verificano certe catastrofi, responsabilità che richiama ad una seria presa di coscienza che il male, la discriminazione, l’odio non vanno mai tollerati in alcun modo. In molti, nella notte buia della storia, si sono chiesti “Dio dove era?”.

Ritengo che una delle domande legittime sia: “l’uomo dove era?” 

Leggi anche: Il Giubileo con “i santi per la vita”. Proposta di un itinerario concreto 

Il noto poeta Pavel Friendman, anch’egli vittima del nazismo, ebbe a scrivere durante la sua prigionia dei versi molto interessanti: 

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

La farfalla diventa così “simbolo” di protesta ed esprime il desiderio di riscatto, giustizia e libertà. In un luogo – come quello dei lager – sognare di sperimentare l’umanità in quanto tale divenne un lusso irraggiungibile. 

Oggi dobbiamo chiederci ancora: dove può condurre la violenza cieca e senza controllo? Molti giovani, tendenzialmente, utilizzano i social anche per organizzare spedizioni punitive verso i propri simili, rappresaglie urbane, violenza sugli stadi. Si pensi inoltre ad episodi di bullismo e di cyberbullismo, alla diffusione di fake news sui social e scenari di odio e xenofobia dilagante.

Alla luce di questo, come si possono sensibilizzare i giovani? Dobbiamo promuovere azioni concrete di legalità, solidarietà e rispetto per le differenze. Dobbiamo costituire un terreno fertile per educare alla memoria e scongiurare simili scenari nell’avvenire.

Sollecitare nei giovani studenti la riflessione su queste tematiche risulta emblematico per una scuola impegnata a favorire l’inclusione, la cittadinanza attiva e la promozione di valori di giustizia, solidarietà e tolleranza democratica. 

Educare alla memoria significa aiutare gli studenti a prendere coscienza del fatto che nuove forme di violenza e di discriminazione continuano ad affacciarsi all’orizzonte della cultura odierna




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Giuseppe Lubrino

Giuseppe Lubrino (1990) ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose con indirizzo pedagogico-didattico nel 2017 presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, all’ISSR “G. Duns Scoto” di Nola-Acerra. Ha discusso una dissertazione dal titolo "L’Educazione nel pensiero di Joseph Ratzinger: una pedagogia del cuore".
Attualmente, insegna Religione Cattolica presso la Scuola Secondaria di Secondo Grado “Iti G. Marconi” a Torre Annunziata(NA). Appassionato di Teologia Biblica, approfondisce i suoi studi sul pensiero e l’opera di J. Ratzinger, nonché sulla paideia cristiana.
Dal 20 gennaio 2023, collabora attivamente con la rivista culturale “Il Pensiero Storico. Rivista Internazionale di Storia delle Idee” curata e diretta dal prof. Danilo Breschi, per la quale ha scritto diversi articoli di carattere teologico-culturale. Redige anche articoli in campo teologico, religioso e pedagogico per il portale “Informazione Cattolica”, curato e diretto dal giornalista e docente Matteo Orlando, collabora per la rivista di storia della cultura cristiana “Christianitas”, diretta da dott. Angelo Gambella e per “InDialogo”, il giornale della Diocesi di Nola, curato dalla dottoressa Mariangela Parisi e per il blog culturale “Scenari Futuri”, ideato e diretto dal teologo e filosofo Pasquale Giustiniani. Scrive articoli anche per la Rivista web “Punto Famiglia” della scrittrice e conduttrice di “Radio Maria” dottoressa Giovanna Abbagnara. Redige articoli anche per il periodico di Arte,Cultura e Attualità: “Rivista Bohémien Nuove edizioni” curata e diretta dall’autrice Cristina Torrisi. Il 28 febbraio 2023, ha pubblicato il suo primo libro da autore: "Introduzione al pensiero di Joseph Ratzinger: una paideia cristiana", Edizioni Sant’Antonio (OmniScriptum), Londra 2023;
Il 27 febbraio 2025 ha pubblicato il suo secondo libro: “In cammino per la Quaresima con Benedetto XVI” VDM Verlag (24 febbraio 2025). Nel maggio 2025 ha pubblicato per la Valle del Tempo edizioni: “Giovani,Fede e Identità: Un Percorso di Crescita con Benedetto XVI”.

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