
28 Gennaio 2025
Ripensare i legami affettivi
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,31-35
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Il commento
“Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?” (3,33). La domanda di Gesù rimanda ai legami più intimi, quelli che strutturano la vita personale e sociale. In apparenza la risposta è piuttosto scontata. E invece, il Nazareno apre un orizzonte del tutto inedito: “chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (3,35). Gesù parla dei discepoli, coloro che sono “seduti attorno a lui” e ascoltano la Parola (3,34). Passa con naturalezza dai legami di sangue a quelli della fede e annuncia che essere discepoli, e più ancora vivere da discepoli, dona il privilegio di entrare a far parte della sua famiglia, quella che nasce da Dio Padre. Gesù annuncia un nuovo modo di vivere. Credere in Dio non significa soltanto osservare determinate regole che riguardano la vita cultuale e caritativa. La fede ci rende fratelli e sorelle di Gesù, il Figlio di Dio; e ci rende partecipi della sua relazione con il Padre celeste. L’apostolo Paolo annuncia con legittima fierezza: “Siete concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19).
L’annuncio di Gesù riguarda tutti, anche coloro che appartengono alla sua famiglia naturale. I legami di sangue non perdono valore ma non hanno più la priorità assoluta, passano in secondo piano in relazione ai legami che nascono dalla fede. Gesù non rinnega i legami familiari ma chiede espressamente che siamo ripensati e vissuti a partire dalla fede in Lui. I doveri legati all’appartenenza familiare devono essere riscritti a partire e nella luce della volontà di Dio. A ben vedere, la fede non solo non rinnega i legami affettivi ma dona la forza per renderli più solidi e meno soggetti al fluttuare delle emozioni. In effetti, l’esperienza attesta che il crescente individualismo, che per molti è l’unica regola della vita, corrode i legami familiari. La fede invece chiede di rivestire ogni relazione con l’amore fedele di Dio, l’amore di chi è pronto a servire fino a donare la vita. Oggi chiediamo la grazia di vivere con nuovo vigore i legami della vita.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento