Chat GPT interrogata sull’aborto: “È la fine di un organismo vivente umano”

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(Foto: Mopic - Shutterstock.com)

Hanno chiesto all’intelligenza artificiale di definire l’aborto. La famosa chat GPT, molto usata e interrogata soprattutto dai giovani, ha risposto: “È la fine di un organismo vivente umano”. Dunque, è la cessazione di una vita (organismo vivente) con le nostre medesime caratteristiche (umane). Voi, cosa ne pensate?

Se qualcuno non sapesse cos’è la Chat GPT, è sufficiente fare una brevissima ricerca sul web per scoprire che è un modello linguistico basato sull’intelligenza artificiale di OpenAI. 

Poggia sulla tecnologia GPT (Generative Pre-trained Transformer) ed è progettata per fornire risposte in vari contesti. Attinge informazioni da miliardi di punti dati, li elabora e li sintetizza. Analizza il contesto dei testi e genera risposte pertinenti. 

La chiave della funzionalità – dicono gli esperti – è l’architettura Transformer, che consente al modello di comprendere efficacemente le relazioni tra parole e frasi.

La chat GPT, il cui limite principale è la mancanza di sensibilità umana (e questo pone una serie di problemi etici che meriterebbero un approfondimento a parte) è utilizzata da moltissime persone, soprattutto dai più giovani, che la sfruttano per lavoro, per studio, ma anche per soddisfare delle curiosità.

Di recente, è stata interrogata in merito all’aborto. 

Le è stato chiesto che cosa fosse. La risposta? “È la fine di un organismo vivente umano”.

Una ovvietà, penseranno alcuni.

E invece, forse, no. 

Leggi anche: Fin dal grembo materno – Punto Famiglia

Nel dibattito tra chi difende la vita e chi appoggia l’aborto, non di rado ci si trova davanti qualcuno che si batte per l’aborto – chiamandolo “diritto” – senza riconoscere che in quel “grumo di cellule” è già, effettivamente, presente un nuovo essere umano, con un suo DNA, un suo patrimonio genetico differente da quello del padre e della madre, con un principio vitale proprio e originale.

La Chat GPT, non avendo una natura personale, non può riflettere sulle implicazioni etiche dell’aborto, né sulla complessità umana di questa realtà, che spesso ha a monte problematiche importanti e non trascurabili; indubbiamente, però, espone in modo sintetico e pertinente una verità scientifica sull’argomento per nulla scontata nel dibattito odierno. 

È proprio partendo da questa verità scientifica incontrovertibile che, chi riconosce la vita umana fin dal grembo, pone l’attenzione su qualcuno

Qualcuno che spesso non è visto, né considerato.
Qualcuno che sembra invisibile, ma invisibile non è.
Il concepito, la concepita, vivono. 
Sono organismi viventi umani
Non rappresentano una possibilità futura. 
Essi sono. Qui. Ora.
E l’aborto pone fine alla loro esistenza. 

Il fatto che lo dica l’Intelligenza artificiale, e non una persona con i suoi imprescindibili condizionamenti morali, avrà peso per qualcuno?




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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