SAN GIUSEPPE

San Giuseppe: uomo concreto, non gettava “parole al vento”. Parla il papa

Papa Francesco su San Giuseppe, padre putativo di Gesù: “Non proferisce parola, ma crede, spera e ama. Non si esprime con parole al vento, ma con fatti concreti. Egli appartiene alla stirpe di quelli che l’apostolo Giacomo chiama quelli che «mettono in pratica la Parola» (cfr Gc 1,22), traducendola in fatti, in carne, in vita. Giuseppe si fida di Dio e obbedisce”.

Nella mattinata di mercoledì 29 gennaio papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi iniziato sull’infanzia di Gesù. Un aspetto interessante è vedere l’annunciazione e la nascita del Messia dalla prospettiva di Giuseppe, “l’uomo che assume la paternità legale di Gesù, innestandolo sul tronco di Iesse e collegandolo alla promessa fatta a Davide”. Per approfondire questo argomento, il papa si è soffermato sul Vangelo di Matteo.

Il pontefice ha sottolineato che “Giuseppe entra in scena nel Vangelo di Matteo come il fidanzato di Maria. Per gli ebrei il fidanzamento era un vero e proprio legame giuridico, che preparava a ciò che sarebbe accaduto circa un anno dopo, cioè la celebrazione del matrimonio. Era allora che la donna passava dalla custodia del padre a quella del marito, trasferendosi in casa con lui e rendendosi disponibile al dono della maternità”.

In questo lasso di tempo, però, accade che “Giuseppe scopre la gravidanza di Maria e il suo amore viene messo duramente alla prova”. Giuseppe era di fronte a due possibilità: “o un atto giuridico di carattere pubblico, come la convocazione della donna in tribunale, oppure un’azione privata come quella della consegna alla donna di una lettera di ripudio”. Matteo – come fa notare il papa – definisce Giuseppe un uomo «giusto» (zaddiq), “un uomo che vive della Legge del Signore, che da essa trae ispirazione in ogni occasione della sua vita”. “Giuseppe agisce ponderatamente: non si lascia sopraffare da sentimenti istintivi e dal timore di accogliere con sé Maria, ma preferisce farsi guidare dalla sapienza divina. Sceglie di separarsi da Maria senza clamori, privatamente (cfr Mt 1,19). E questa è la saggezza di Giuseppe che gli permette di non sbagliarsi e di rendersi aperto e docile alla voce del Signore”.

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Ed è qui che, come per un altro Giuseppe, il “signore dei sogni”, di cui si parla nell’Antico Testamento, interviene la realtà del sogno: “Ora, che cosa sogna Giuseppe di Nazaret? – si è domandato il pontefice – Sogna il miracolo che Dio compie nella vita di Maria, e anche il miracolo che compie nella sua stessa vita: assumere una paternità capace di custodire, di proteggere e di trasmettere un’eredità materiale e spirituale. Il grembo della sua sposa è gravido della promessa di Dio, promessa che porta un nome nel quale è data a tutti la certezza della salvezza (cfr At 4,12)”.

Nel Vangelo di Matteo si descrive il sogno con queste parole, ripetute dal Santo Padre: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21)”. Giuseppe, allora “si fida di Dio, accetta il sogno di Dio sulla sua vita e su quella della sua promessa sposa. Così entra nella grazia di chi sa vivere la promessa divina con fede, speranza e amore”.

Nota, infine, Francesco che “Giuseppe, in tutto questo, non proferisce parola, ma crede, spera e ama. Non si esprime con ‘parole al vento’, ma con fatti concreti. Egli appartiene alla stirpe di quelli che l’apostolo Giacomo chiamaquelli che «mettono in pratica la Parola» (cfr Gc 1,22), traducendola in fatti, in carne, in vita. Giuseppe si fida di Dio e obbedisce: «Il suo essere interiormente vigilante per Dio … diventa spontaneamente obbedienza» (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, Milano-Città del Vaticano 2012, 57)”.




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