
31 Gennaio 2025
Federico e Chiara: come si passa da essere persone alla saga Ferragnez
“Perché Giovanna stai cedendo alla tentazione anche tu di parlare della saga dei Ferragnez? In fondo hai deliberatamente voltato pagina ogni qualvolta i loro volti o i loro nomi comparivano sulla pagina di qualche quotidiano o sulla timeline dei social. Non hai mai guardato nemmeno una puntata della loro storia andata in onda su Prime Video, seguita da decine di milioni di spettatori. E ora vuoi parlare di loro?”. Sono le domande che mi rivolgo alle 6 del mattino mentre preparo il mio caffè dell’alba e ripenso alle chiacchiere ascoltate dal parrucchiere, al supermercato, per radio mentre guidavo. L’informazione e la comunicazione sembrano tutte catalizzate su questa vicenda. È chiaramente una definizione molto sommaria. Quelli che fanno giornalismo vero o televisione seria non si occupano di tradimenti, smentite, rivelazioni. Falsissimo o Verissimo… La realtà è ben altra.
Ma c’è un “ma” che mi inquieta moltissimo. Perché la gente è così ossessionata da questa vicenda coniugale, da questo disastro oscuramente luccicante tra le altre e più grandi tragedie che da mesi attanagliano il mondo? È inutile che snobbiamo questa ovvietà, la parabola della loro tormentata storia d’amore ha fatto non solo audience ma è diventata virale in senso culturale. E purtroppo in modo totalmente negativo da un punto di vista educativo. Spogliando l’amore, quello vero, da ogni significato profondo e da ogni pudore. L’amore dato in pasto al mondo. Non custodito più come un tesoro prezioso e geloso. Svenduto, denudato ad ogni nuova rivelazione, tradimento, notizia piccante del suo significato di sentimento sacro, misterioso, profondo, faticoso. Fino all’epilogo della confessione di Fedez davanti ad una telecamera di aver tentato il suicidio quando “l’amante” aveva messo fine alla loro relazione. Riusciamo almeno ad immaginare l’uragano di conseguenze che questa storia ha sui nostri giovani, sugli adulti che non sono cresciuti, su quanti sono alla ricerca di un sogno per fuggire dal “terribile presente”?
A cosa è servito dire tutti questi particolari? È servito a creare adepti. Le vittime creano carnefici e i carnefici piacciono alla gente perché sono capri espiatori delle proprie frustrazioni segrete. Ma le vere vittime, quelle di cui nessuno parla, quelle che un giorno da grandi dovranno fare i conti con tutta questa miseria umana trasformata in una fabbrica di soldi, sono i figli. Usati fino a qualche tempo fa per rappresentare la famiglia da Mulino Bianco. E domani? Dovranno fare i conti con la loro storia, affrancarsi – speriamo! – da due genitori adultescenti, che hanno giocato a fare le vittime, sfasciato matrimoni, fatto uso di droghe (Fedez: “Ho provato qualsiasi tipo di droga tranne l’eroina”), accusati di truffa aggravata (Ferragni e il caso Pandoro), etc… Devo continuare?
Arrivati a questo punto della mia riflessione fatta a voce alta, qualcuno penserà che la vita reale è un’altra, non ti occupar di loro ma guarda e passa, altri diranno che è un modo per passare il tempo come se fosse un film comico per allontanare lo stress quotidiano, altri saranno già arresi ad un mondo capovolto. Io vorrei semplicemente fare un appello: possiamo ciascuno di noi nel nostro piccolo e straordinario quotidiano evitare di seguirli sui social, possiamo cambiare canale quando si parla di loro, non guardare le stagioni dei loro docufilm? Possiamo non arrenderci al male?
Possiamo parlare con i nostri figli dell’importanza di non perdere tempo dietro ad una storia che sembra quasi costruita a tavolino tanto sia piena di colpi di scena? Vogliamo parlare invece dell’amore vero, quello che fa stare insieme due persone per tutta la vita pur in mezzo alle tante miserie umane? Vogliamo parlare dell’amore che si perdona, si sostiene, si supporta nella malattia, nel lutto di un figlio, nelle difficoltà economiche di arrivare a fine mese?
Vogliamo parlare della sacralità dell’amore abitato dall’amore di Dio, della bellezza di una vita che viene al mondo, della tenerezza di un bacio dato al mattino prima di affrontare l’ennesima e dura giornata di lavoro? Le grandi rivoluzioni cominciano dalle piccole scelte che compiamo nella vita quotidiana. È da questa leva che si solleva il mondo. E anche l’anima. e forse i Ferragnez un giorno torneranno ad essere Federico e Chiara.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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