CORRISPONDENZA FAMILIARE

Fare il bene fa bene. Storie dal Burkina Faso

3 Febbraio 2025

Oggi lascio la parola a Salvatore, 70 anni secondo l’anagrafe ma capace ancora di sognare con l’entusiasmo e la passione di un giovane di vent’anni. La fede custodisce l’amore, anzi con il passare degli anni affina il desiderio e la capacità di amare. Lo scorso anno ha deciso di unirsi all’équipe di lavoro che periodicamente si reca in Burkina Faso per sostenere l’opera missionaria della Fraternità di Emmaus. Quell’esperienza gli è rimasta nel cuore e quest’anno ha deciso di ripartire. Non è un viaggio turistico, sono giorni pieni di attività manuale, mette a disposizione la sua abilità nel lavorare il ferro a fare tutto quello che può essere utile. Gli anni non gli pesano o, se gli pesano, non sono un buon motivo per tirarsi indietro e rinunciare a fare con generosità la sua parte.

Condivido con voi alcuni dei messaggi che ho ricevuto da Salvatore prima della partenza. Sono un frammento della luce che il buon Dio semina nel cuore di chi si affida a lui e sceglie di dargli il primo posto.

Buongiorno don,
in quest'ultima settimana ho deciso di ritornare in Burkina Faso per rivivere la bella esperienza che ho fatto l’anno scorso. Gli anni della vita sono tanti e si sentono ma Gesù ha chiesto di perseverare fino alla fine, ed è quello che mi sforzo di fare. Non voglio andare a mani vuote, per questo mi sono impegnato a raccogliere offerte per la gente di quel Paese, soprattutto per i più piccoli. Sono abituato a chiedere, lo faccio da tanti anni per le più svariate necessità ma non pensavo di avere tanti amici pronti a partecipare a quest’opera di solidarietà in favore dei più poveri. Ringrazio il buon Dio per questa generosità e chiedo a Lui di ricompensarli dando a ciascuno la sua benedizione.
Buongiorno don Silvio,
come ti avevo comunicato, mi sono messo a mendicare per raccogliere offerte da portare in Burkina, la richiesta diventa un’occasione per parlare e… escono fuori tante storie di sofferenza. Oggi ti racconto quella di Stefano (nome di fantasia, ndr). Ha una piccola officina, va avanti con fatica, lavora sodo con il sudore della fronte e con le sue rudi mani. Ci siamo incontrati stamattina nel suo deposito e mi raccontato la sua grande sofferenza a causa della separazione. Lavora molto e guadagna il necessario ma non è felice. Mi ha voluto regalare 50 euro. Ad essere sincero, non volevo accettarli perché conosco le sue condizioni economiche ma ha insistito. L'ho ringrazio con affetto e stima. Nel salutarci mi ha chiesto di fare una preghiera per lui e gli ho promesso che non gli mancherà perché ogni giorno, quando vado a Messa, consegno a nostro Signore la sofferenza di tante persone.
Buongiorno don,
oggi ho visto un altro piccolo miracolo, come quello della vedova nel tempio che dona due monetine. Nella nostra parrocchia c’è un professore in pensione che da circa 20 anni vive su una sedia a rotelle. Stamattina, dopo la celebrazione, mi ha chiamato per darmi un’offerta per i bambini del Burkina Faso e mi ha ringraziato per il favore che gli stavo facendo. Che gioia don! Davvero posso dire che il buon Dio compie meraviglie nella mia vita.
Ciao don,
continuano ad arrivare offerte. Oggi ho ricevuto quella di Antonio, un amico fabbro di vecchia data, oggi in pensione. Quattro mesi fa è stato operato al cuore. Un intervento difficile che gli ha lasciato non poca apprensione. L’ho rassicurato e gli ho promesso di portarlo sempre nelle mie preghiere. Mi ha donato 50 euro da parte sua e 20 euro da parte della mamma, quasi centenaria ma ancora lucida e tanto desiderosa di fare il bene.
Buongiorno don,
l'amore del Signore compie meraviglie! Oggi mi hanno donato 210 euro da portare ai piccoli del Burkina Faso. Padre Buono, ti ringrazio perché mi hai dato tanti amici che si fidano e mi affidano le loro offerte per seminare un po’ di carità. Anche se ho raccolto tante piccole offerte so bene che si tratta solo di una goccia. Mi sforzo di fare la mia parte. La fede mi dona il coraggio di fare tutto il possibile. Oggi si parte. Sforziamoci di diventare luce e sale per i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

Salvatore appartiene alla categoria di coloro che hanno fatto della fede l’abito dei giorni feriali, quello che indossa tutti i giorni. È stato ed è sempre pronto a rispondere agli appelli di Dio. La sua disponibilità ha coinvolto tante altre persone che, sapendo di questo viaggio, gli hanno consegnato le loro offerte. Il bene suscita sempre altro bene. La carità è come un mosaico composto di tanti tasselli e ciascuno contribuisce a renderlo più luminoso. Ogni singola disponibilità si inserisce in un’opera collettiva, segno e frutto di un popolo che ha scelto di partecipare al cantiere della carità.

I progetti in cantiere sono tanti e richiedono molti operai. La Cittadella della carità che stiamo realizzando sorge su un terreno di 40mila mq e comprende la chiesa, la scuola materna, la mensa, la sala incontri, un edificio per accogliere i giovani universitari, oltre all’oasi in cui abitano le sorelle della Piccola Famiglia di Emmaus, la comunità consacrata a cui è affidata la cura di questo vasto complesso. Alcuni edifici sono stati già realizzati, altri sono ancora in costruzione. Ovviamente ci serviamo di ditte locali ma vi sono altri lavori che richiedono competenze più specializzate e sono tanti gli amici che, per questo, partono appositamente dall’Italia. Inutile dire che lo fanno gratis et amore Dei.

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Oggi anch’io scrivo dal Burkina Faso. Sono venuto in questo Paese nel 2003 e da allora ho visto i miracoli che Dio compie. In questi venti e più anni abbiamo costruito pozzi e scuole, abbiamo sostenuto lo studio di migliaia di fanciulli e giovani, abbiamo risposto alle più diverse necessità di tante famiglie… impossibile raccontare tutto il bene seminato. Tutto questo è stato realizzato grazie alla concreta e fattiva partecipazione di tanti amici, migliaia di amici.

Tutto questo, lo dico con sincerità, mi commuove ma non mi sorprende. Conosco bene la generosità della gente umile, quella che sembra vivere ai margini della storia. E conosco la potenza di Dio che si serve di tutti per compiere la sua opera. Commentando le parole del Vangelo, in cui Gesù viene presentato come “segno di contraddizione” Papa Francesco ha detto: “Gesù rivela il criterio per giudicare tutta la storia e il suo dramma, e anche la vita di ognuno di noi. E qual è questo criterio? È l’amore: chi ama vive, chi odia muore” (Angelus, 2 febbraio 2025). Fare il bene fa bene. Fa bene anzitutto a chi lo compie.

Il Santo Padre invita a fare una precisa scelta di campo: vi sono quelli che fanno della carità una bandiera da sventolare e quelli che si impegnano a praticare la carità. Vi sono quelli che parlano dei poveri ma non sono disposti a fare nessun sacrificio per rispondere alle necessità dei fratelli. E vi sono quelli che, senza suonare la tromba, mettono a disposizione il loro tempo e le loro capacità per scrivere pagine di carità che mostrano la bellezza e la fecondità del Vangelo. Gli operai non mancano ma sono sempre pochi. C’è ancora posto… c’è sempre posto per chi desidera compiere il bene.




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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