
6 Febbraio 2025
Chi vive di Dio, dona Dio
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Il commento
“Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due” (6,7). È solo un antipasto di quella missione che inizia dopo la Pentecoste, continua ancora oggi e avrà termine solo quando l’angelo suonerà l’ultima tromba (1Cor 15,52). Il corredo dei missionari deve quanto mai ridotto: “né pane, né sacca, né denaro nella cintura […] non portare due tuniche” (6, 8-9). Serve davvero poco: un bastone e i sandali. E tuttavia, c’è qualcosa che non deve mancare, se non vogliono andare incontro al fallimento: “E dava loro potere sugli spiriti impuri” (6,7). Faccio notare che il verbo è all’imperfetto, indica un’azione che continua nel tempo. Gesù non si limita a dare qualcosa ma dona continuamente ciò che serve. In apparenza manda i Dodici, in realtà opera con loro. Il sostantivo è altrettanto importante: il potere è l’autorità di Gesù. Fino a questo momento l’evangelista ha usato questo vocabolo [exousía] sempre e solo in riferimento all’azione compiuta dal Nazareno (1,27, 2,10). Dare il potere ai Dodici significa dunque renderli partecipi della sua autorità, quella che ha ricevuto dal Padre (Mt 28,18) e che permette loro di affrontare e vincere il maligno che si oppone all’opera di Dio.
I missionari possono e devono rinunciare a tutte le risorse umane ma non possono rinunciare al potere di Dio. In effetti, l’esperienza ci dice che quanto più ci preoccupiamo delle cose materiali tanto meno ci preoccupiamo di riempire la vita di Dio. Corriamo il rischio di pensare che il successo della missione dipende dalla nostra intelligenza, dalle strategie che sappiamo mettere in campo e dai mezzi che abbiamo a disposizione. Il Vangelo invece ricorda che non basta andare in nome di Dio, occorre anche annunciare con la forza di Dio. Non facciamoci illusioni: chi vive di Dio, dona Dio. Teresa di Lisieux è consapevole di non avere le risorse, allora prega così: “chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, in modo che Egli viva ed agisca in me” (Ms C 36r). Sia questa oggi la nostra preghiera.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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