BRICIOLE DI VANGELO

8 Febbraio 2025

Abbiamo bisogno di Pastori

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 6,30-34
 
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il commento

Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro” (6,34). Non è la prima volta che l’evangelista sottolinea la compassione di Gesù (1,41), questa volta però non è la sofferenza fisica a commuovere il Nazareno ma la condizione interiore della gente che lo cerca e lo attende con fiducia. Ai suoi occhi sono come “pecore senza pastore” (6,34). Un popolo che manca di una guida che sappia condurlo con autorità ai pascoli della vita. Un gregge senza pastore è destinato a perire. Ma Dio non abbandona il suo popolo, si realizza così l’antica profezia di Geremia: “Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge” (Ger 31,10). È Gesù il Pastore d’Israele che raccoglie il gregge disperso: “si mise a insegnare loro molte cose” (6,34). Il racconto evangelico prosegue con il miracolo dei pani (6, 35-44) ma il primo pane è quello della Parola. In questo versetto – in cui compassione e insegnamento s’intrecciano – mi pare di intravedere la missione ecclesiale nella sua essenzialità: comunicare la parola che purifica il cuore, lo libera dalle illusioni e dagli inganni e dona la luce della verità.

Fedele a questo insegnamento, l’apostolo Paolo afferma che Cristo lo ha inviato ad annunciare la “parola della croce” (1Cor 1,18). Una parola che manda in crisi tutti i ragionamenti umani e manifesta la potenza di Dio. Una parola che non innalza i valori umani ma annuncia la Croce di Cristo. Una parola che si limita ad una generica e fin troppo scontata esortazione alla solidarietà ma che invita ad accogliere Colui che è il Bene e la fonte di ogni bene. Oggi corriamo il rischio di dare eccessivo spazio alle necessità materiali e non siamo più capaci di guardare il disagio più profondo che dimora nel cuore. Abbiamo bisogno di guide, uomini che parlano in nome di Dio, annunciano la parola di Dio e conducono a Dio. La Chiesa non è un’associazione di volontariato ma la “casa di Dio” (1Tm 3,15). Oggi preghiamo perché vescovi e presbiteri siano un’immagine fedele del buon Pastore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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