CORRISPONDENZA FAMILIARE

Lourdes. Una luce che brilla nella notte

10 Febbraio 2025

Il male attraversa la vicenda umana, da cima a fondo e talvolta si manifesta nella forma di una violenza cieca che calpesta ogni dignità e non si ferma neppure dinanzi all’innocenza dei più piccoli. Qualcuno ha scritto che la storia è come la biografia del male. Una visione affetta da un pessimismo cronico che, pur senza volerlo, finisce per favorire il male perché induce o contribuisce a suscitare paura e scoraggiamento. È bene invece ricordare che il bene non è assente dalla storia, in realtà la carità è sempre presente e irriga i sentieri della vita quotidiana, più di quello che appare a prima vista. Lourdes annuncia la misericordia di un Dio che vuole liberare l’uomo da quel male nascosto che lo incatena a sé stesso, paralizza i suoi desideri più profondi e gli impedisce di camminare nella via dell’amore.

La cronaca riporta eventi che suscitano rabbia e dolore, a volte più rabbia che dolore. Attraverso il web le notizie corrono sempre più veloci e, come onde sul mare in tempesta, fanno vacillare la fragile barca della ragione e della legalità.

Due giorni fa Avvenire ha riportato una storia che sembra venire da Paesi o da epoche molto lontani. E invece si tratta di una drammatica vicenda tutta italiana che appartiene ai nostri giorni. Una storia che ha per protagonista una bambina di 12 anni costretta a convivere con un ragazzo anch’egli minorenne. Dopo due aborti, a 14 anni mette al mondo la prima figlia; ed oggi è nuovamente in attesa ma questa volta vive in una casa protetta, sottratta alla violenza di chi usava il suo corpo e inquinava il suo cuore.

Tre giorni fa, in Francia, a Épinay-sur-Orge, un piccolo Comune di 10mila abitanti, 25 km a sud di Parigi, una bambina di 11 anni è stata ritrovata morta, colpita con un oggetto tagliente nelle parti vitali. Era uscita da scuola nel primo pomeriggio ma non è mai tornata a casa. Le ricerche sono scattate subito, nella notte la tragica scoperta.

Nei giorni scorsi, per risvegliare l’attenzione su Haiti, un Paese in cui le bande criminali dominano incontrastate, l’Unicef ha segnalato che le violenze sessuali contro i bambini hanno avuto un aumento del 1.000%. Dati che fanno rabbrividire e accrescono la sensazione che siamo impotenti dinanzi ad un potere oscuro e più grande di noi.

Non possiamo nascondere le tragedie che accompagnano il cammino dell’umanità ma dobbiamo neppure amplificarle, come purtroppo avviene. D’altra parte, per amore della verità, è giusto raccontare e mettere in luce quelle esperienze che hanno dato una scossa positiva, seminando parole e moltiplicando gesti che hanno restituito dignità alla persona umana, specie a quella più fragile. In effetti, la cronaca della storia è ricca di eventi che hanno contribuito a rendere più umana la vita di tutti.

Le apparizioni di Lourdes appartengono a questa categoria. Sono avvenute nel 1858 ma a distanza di un secolo e mezzo sono più vive che mai, e continuano ad attirare pellegrini da ogni parte del mondo. Milioni di pellegrini, un fiume di gente che da decenni si reca in quello che, all’epoca delle apparizioni, era solo un piccolo e sperduto villaggio dei Pirenei. Anche chi non crede, è costretto ad ammettere che quegli eventi hanno modificato la geografia del territorio e hanno cambiato il cuore di tante persone, suscitando desideri di bene e alimentando il fiume di carità che attraversa la storia.

Il ruolo di protagonista spetta inevitabilmente alla Vergine ma è giusto porre attenzione a colei che ha ricevuto e comunicato le parole della Madonna: Bernadette Soubirous. È solo una ragazzina, nata e cresciuta in una famiglia poverissima ma ricca di fede. Priva di ogni istruzione al punto che, nonostante i suoi 14 anni, non è ritenuta pronta per ricevere la Prima Eucaristia. La Vergine sceglie come sua ambasciatrice una fanciulla a cui nessuno avrebbe dato alcuna considerazione, l’umanità che conta, quella che scrive e legge i giornali, quella che pensa di sapere tutto, non l’avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo.

Il luogo scelto dalla Madonna non sembra proprio quello più adatto per parlare di cose celesti. Quello che oggi è una delle località più visitate al mondo, al tempo delle apparizioni era una grotta sporca e oscura dove la gente del luogo portava i maiali. E difatti veniva chiamato Tute aux cochons, rifugio dei maiali. Non sembra una location adatta ad un evento luminoso. Vittorio Messori ricorda che a Lourdes circolava questo detto: “Quello lì è stato allevato a Massabielle”. Un modo piuttosto offensivo per denigrare le persone che si comportavano in modo incivile.

Se nulla avviene per caso, è utile chiedersi come mai la Vergine sceglie proprio questo luogo per parlare a Bernadette. Forse vuole dirci che Dio non teme di entrare nella nostra storia e di abbracciare la condizione umana con tutte le sue miserie. La grotta di Massabielle non fa pensare tanto alla povertà materiale ma al peccato che abbrutisce l’uomo e nasconde la luce che Dio ha riposto in lui. In una cultura che esalta il benessere materiale, l’unico male da combattere è la povertà. In realtà, una società che convive e banchetta con il peccato, non solo è fatta di miseri ma di miserabili.

Quell’anno la grotta fu invasa dalla luce di Colei che la Chiesa proclama tutta pura. Questo avvenimento è icona di quello che Dio vuole fare con ciascuno di noi. Egli vuole rivestire di luce la vita dell’uomo, come ha fatto Gesù quando è entrato nella casa di Zaccheo a ha dichiarato: “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10). Lourdes annuncia la misericordia di un Dio che vuole liberare l’uomo da quel male nascosto che lo incatena a sé stesso, paralizza i suoi desideri più profondi e gli impedisce di camminare nella via dell’amore. Quel male, che non ha diritto di cittadinanza nella cultura attuale, si chiama peccato.

Lourdes è conosciuto come la città dove i malati diventano protagonisti, una città davvero unica al mondo. E questo già sarebbe un motivo di merito in una società che scarta i più deboli. Ma Lourdes è anche, o meglio, è anzitutto la città dove la luce di Dio risplende nelle tenebre. Una luce che purifica e ridona dignità ad ogni situazione umana, anche quella apparentemente più disperata.

Non è sempre facile confessare questa fede dinanzi ad eventi in cui il male si impone con prepotenza. Anzi, vi sono situazioni in cui restiamo muti e sperimentiamo tutta la nostra impotenza. Per questo oggi abbiamo ancora bisogno di volgere lo sguardo a Lourdes, quella luce continua a risplendere e indica con chiarezza a quale porta bussare per ricevere e donare parole che danno senso alla vita e vigore ai nostri passi. Se accettiamo la sfida, siamo certi che la Madonna non mancherà di prenderci per mano.




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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