VITA DI COPPIA

La bellezza dei metodi naturali: dialogo con Stefano e Benedetta

di Giada Moneti

Fidanzati, sposi, genitori-tris fruitori e insegnanti del Metodo Naturale Roetzer. Questi sono Stefano e Benedetta, su Instagram @loveisgod_ere. A cosa serve imparare un metodo naturale? E quando arriva la fatica, che fare? Grazie alla loro gentilezza e disponibilità è nato un confronto prezioso, con l’intento di amplificare la voce di chi utilizza e, addirittura, insegna un altro modo di vivere l’intimità matrimoniale. 

Partiamo dal principio: una vostra breve presentazione! 

Ci chiamiamo Stefano e Benedetta ed abbiamo 33 e 32 anni. Ci siamo conosciuti nel 2010 al percorso Dieci Comandamenti, abbiamo deciso di stare insieme durante la GMG di Madrid e abbiamo camminato insieme da fidanzati, in castità, per sei anni e mezzo. Ci siamo sposati con la grazia di Cristo quasi sette anni fa e durante questo tempo sono arrivati i nostri tre figli, di 5, 3 e 1 anno. 

Se doveste descrivere con una parola (ciascuno!) il vostro fidanzamento… quale sarebbe e perché? 

Il nostro fidanzamento è stato lungo e intenso. Abbiamo da subito scoperto che quello che avevamo imparato fino a quel momento era del tutto insufficiente per tenere insieme i pezzi che compongono una relazione. Fino a quel momento le nostre vite non erano state rivolte ad amare, quanto a sfruttare il più possibile ciò che ci circondava. Ci chiedevamo cosa fosse l’amore e non sapevamo darci una risposta. Stavamo insieme perché c’era una curiosità reciproca (che poi, in seguito, abbiamo capito essere una vera e propria intuizione!), ma vedevamo che il nostro fidanzamento era molto diverso da quello degli altri: non c’erano farfalle o cuoricini, faticavamo proprio tanto a stare insieme e non capivamo perché. Abbiamo dovuto combattere molto, sotto tanti aspetti, per arrivare ad essere uniti. Perciò, per Benedetta la parola che riassume quel periodo è: combattimento. Per Stefano, invece, è: cammino

Sulla vostra pagina Instagram @loveisgod_ere possiamo trovare contenuti cristiani su varie tematiche: sessualità, affettività, metodi naturali, castità. Cosa vi ha spinto ad abitare il mondo social? 

Abbiamo aperto “LoveisGod_ere” per pubblicizzare alcuni incontri sulla sessualità che avevamo organizzato col nostro parroco. Per promuoverli, abbiamo iniziato scrivendo un post/riflessione al giorno e, man mano, col passare del tempo, abbiamo arricchito quello spazio con articoli interessanti e Parole che ci colpivano. Con la nascita della nostra terza figlia abbiamo rallentato molto, ma abbiamo scelto di restare per poter dare l’opportunità, a chi ne avesse bisogno, di scriverci per approfondire qualche argomento o, semplicemente, di leggere le riflessioni già pubblicate. Parliamo di questi argomenti perché ci abbiamo sbattuto noi per primi: all’inizio della nostra storia abbiamo scelto la castità con un atto di fede, interpretandola talvolta erroneamente come semplice astinenza, poi l’aver intrapreso un cammino francescano ci ha aiutato a sviscerare l’argomento e a fare tanto discernimento. Man mano abbiamo continuato a scegliere la castità non perché non avessimo voglia di fare l’amore, ma perché ne iniziavamo ad intravedere i frutti: migliorava il nostro entrare in relazione e ci restituiva, l’una all’altro, con uno sguardo diverso da quello del mondo. 

Leggi anche: Castità prematrimoniale? Un “fantastico telepass” per fare Verità. La testimonianza di Giada

Siete, in particolar modo, entrambi consulenti del metodo naturale Roetzer. Su questo tema potremmo parlare per ore, perciò mi limito a chiedervi: a cosa serve imparare un metodo naturale, come ad esempio quello che insegnate? Tutti possono impararlo o servono requisiti particolari? 

All’inizio del nostro cammino, quando abbiamo incontrato, finalmente, ognuno nella propria carne, il Signore, ciò che ci convinceva maggiormente era il fatto che quella relazione era capace di lenire le nostre ferite: ci consolava, ci dava sollievo. In secondo luogo, ci piaceva che finalmente ci fosse Qualcuno che ci dicesse come potevamo stare meglio, visto che in quel momento ci portavamo addosso pesi e domande tanto grandi. Crediamo che imparare un metodo naturale abbia un po’ gli stessi effetti. In primo luogo, può guarire tante ferite legate alla sessualità che, vuoi o non vuoi, abbiamo un po’ tutti: chi è troppo chiuso, chi ha fatto dei passi di cui poi si è pentito, chi ancora non ha capito a cosa serva sta benedetta sessualità, se serve solo per riprodursi o provocarsi piacere. 

Quindi, in primis, imparare un metodo naturale va a sanare alcune crepe, alcune incomprensioni che abbiamo legate alla nostra sfera più intima, togliendoci quell’idea di possesso che spesso sembra legata inscindibilmente a questo ambito. In secondo luogo, imparare un metodo è buono perché finalmente qualcuno ti educa ad usare bene questo grande strumento che hai tra le mani. È come se ci regalassero uno Stradivari: lo ammireremmo, lo pizzicheremmo… ma se nessuno ci insegnasse come suonarlo, quella bellezza ce la godremmo in una percentuale molto minore, rispetto alla potenza massima. Ecco, la dinamica è la stessa. In fondo, il corpo è il primo strumento che abbiamo per amare l’altro e, se non ci lasciamo educare al rispetto reciproco, il nostro rapporto suona stonato. Ti potremmo poi dare tante motivazioni in più sul perché imparare un metodo naturale, ma queste ci paiono quelle più profonde, che toccano fino in fondo il cuore dell’essere umano. Requisiti particolari? Per amare serve solo rendersi disponibili e anche i metodi richiedono la nostra disponibilità, nient’altro. 

Giada Moneti ha una pagina dedicata alla virtù della castità che potete seguire su Instagram: Ne senti la voce (@nesentilavoce) • Foto e video di Instagram




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