C’è una cosa che mi ha sempre molto colpito del beato Piergiorgio Frassati che sarà canonizzato ad agosto durante il Giubileo dei giovani: il modo in cui viveva le amicizie e costruiva relazioni. Amava profondamente i suoi amici e dedicava il suo tempo a chiunque avesse bisogno, senza aspettarsi nulla in cambio. Condivideva con loro la passione per la montagna, lo studio e la fede, sempre con il sorriso e con un cuore aperto. La sua amicizia non era mai superficiale, scontata, piena di giudizio. Al contrario c’era molto di più, c’era Gesù nel suo modo di amare. La sua amicizia era un riflesso del suo amore per Cristo.
Perché è interessante il cristianesimo? Non perché Dio ci ha insegnato a fare il nostro dovere: questo sarebbe un moralismo tristissimo. Ma perché ci ha insegnato come volerci bene. Ha evangelizzato le relazioni e il modo di viverle. Tutto il Vangelo si costruisce intorno a questa intuizione fondamentale: Gesù costruiva continuamente relazioni mentre annunciava la Parola. Con i peccatori, con i pubblicani, con gli apostoli… con chiunque incontrasse sul suo cammino. Il suo messaggio non era un insieme di regole sterili, ma un’esperienza di amore concreto e trasformante.
Questo Piergiorgio lo aveva compreso. L’amicizia non nasce dall’interesse, ma dal desiderio di condividere la vita e di sostenersi a vicenda. È un legame che si nutre di gratuità. Amare un amico significa donarsi senza misura, accogliere l’altro così com’è e camminare insieme verso la verità. E tutto questo è strettamente proporzionale all’unione che la persona ha con Gesù. Tanto è profonda da dire con Paolo, “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Galati 2,20) tanto è più bella e feconda un’amicizia. Quando si ama davvero una persona, non c’è una linea di demarcazione tra sé e l’altro: si entra in comunione, si diventa una cosa sola nell’amore. Questo è il cuore del cristianesimo, il segreto della sua forza e della sua bellezza.
Un episodio molto toccante della vita di Piergiorgio Frassati riguarda i suoi ultimi giorni di vita. Nonostante fosse gravemente malato di poliomielite fulminante, continuò a preoccuparsi degli altri fino all’ultimo. Sul suo letto di morte, con grande difficoltà, chiese alla madre di cercare una medicina per un povero che ne aveva bisogno, scrivendo con mano tremante un appunto con l’indirizzo dell’uomo. Questo gesto dice molto di questo giovane morto all’età di 24 anni, dice quanto la sua fede era matura. E quando una fede è adulta e matura? Quando lascia a Gesù tutto lo spazio possibile per manifestarsi nei pensieri e nelle opere e soprattutto nel modo di amare.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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