Scozia, nuova legge sull’aborto: nei luoghi limitrofi, anche pregare in silenzio è reato

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(Foto: Mopic - Shutterstock.com)

Una nuova legge in Scozia prevede che nessuno intralci le donne e gli operatori sanitari nel praticare o ricorrere all’aborto… ma cosa è considerato intralcio? Verranno sanzionate con una multa fino a 10.000 sterline, anche persone che, nell’arco di 200 metri, pregano silenziosamente o danno volantini.È pericoloso influenzare la decisione di non abortire e prevenire l’aborto, ma non è pericoloso influenzare a decidere per l’aborto e spingere verso l’aborto. Perché? 

Il 24 settembre scorso il Parlamento in Scozia ha pubblicato una Legge che si occupa delle “zone cuscinetto”, cioè delle zone di accesso sicuro ai ‘servizi abortivi’ (Abortion Services-Safe Access Zones Act). A questo link si può vedere la legge: https://www.legislation.gov.uk/asp/2024/10/contents/enacted

Cosa sono le zone di accesso sicuro all’aborto, dette anche ‘zone cuscinetto’? Ce lo spiega bene il Governo scozzese nella sezione dedicata all’orientamento e alla spiegazione di questa legge, già entrata in vigore: sono zone dove sono impedite “determinate attività in prossimità di cliniche e ospedali che forniscono servizi di aborto”.

A cosa servono? “Le zone di accesso sicuro mirano a proteggere le donne e il personale che accedono e forniscono servizi di aborto prevenendo attività che potrebbero influenzarli o allarmarli nei pressi di ospedali e cliniche”. 

Sorge spontanea una domanda: chi protegge i bambini e le donne dall’aborto? Chi protegge la “zona di accesso sicuro” per eccellenza che è il grembo materno? Di sicuro è allarmante accostare l’aborto a “zone sicure”. L’ aborto termina inesorabilmente la vita di un bambino o di una bambina, ai quali viene tolto il diritto alla vita e la loro “libertà di scelta”. Poi è un atto violento nei confronti della donna, che può mettere in serio o grave pericolo la sua salute fisica o psichica, e comunque le causa un lutto.

Andiamo oltre. Quali sono le “attività che potrebbero influenzare o allarmare nei pressi di ospedali e cliniche? Atti violenti, insulti, minacce, aggressioni (giustamente punite e da punire) per impedire che una donna vada ad abortire? No. Leggendo questa normativa non sono citate aggressioni, violenze fisiche o verbali… forse già punite dalla legge, appunto, ma altri comportamenti che non rientrano in fattispecie normalmente definite reati. Viene creato un nuovo reato.

Sono reato secondo questa legge le seguenti attività, ritenute “pericolose”:

  • che potrebbero “influenzare la decisione di qualcuno di accedere, fornire o facilitare la fornitura di servizi di aborto”;
  • prevenire o impedire l’accesso o impedire di fornire o facilitare la fornitura di servizi di aborto;
  • causare molestie, allarme o angoscia ad un’altra persona in relazione alla sua decisione di accedere, fornire o facilitare la fornitura di servizi di aborto, dove in ogni caso l’altra persona si trova nella zona di accesso sicuro.

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È subito evidente l’indeterminatezza di queste norme. Inoltre, è pericoloso influenzare la decisione di non abortire e prevenire l’aborto, ma non è pericoloso influenzare a decidere per l’aborto e spingere verso l’aborto. Perché? Perché è meglio abortire che non abortire? Perché fanno così paura un bambino che non parla ancora, una donna in stato di gravidanza, delle persone che vogliono aiutarli?

Per chiarire cosa è pericoloso, perché in effetti questa è una normativa ambigua, nell’avviso ufficiale che la presenta vengono inseriti degli esempi, a titolo esemplificativo. Non si sa mai.

“Esempi di tale comportamento, in cui vi sia intenzione o imprudenza, possono includere: avvicinare qualcuno per cercare di convincerlo a non accedere ai servizi di aborto; circondare le persone mentre cercano di entrare o uscire dalla clinica o dall’ospedale; distribuzione di volantini; predicazione religiosa; veglie silenziose. Questo elenco non è esaustivo e le forze dell’ordine prenderanno le proprie decisioni sull’eventuale commissione di un reato”.

No comment sulla (in)certezza del diritto.

La pena per questo reato è una multa… fino a £ 10.000 o fino a un importo illimitato.  

Anche una “veglia silenziosa”, pure se fatta da una sola persona in queste zone cuscinetto, può far incorrere in questo reato. Certo, ci deve essere l’intenzione di pregare per la vita, per la mamma, per il bambino che verrà abortito… Come dimostrare che magari stai dicendo il tuo rosario quotidiano. Come dimostrare l’intenzione? Oppure come dimostrare che non sei stato imprudente a pregare in queste zone?

“Se vedi qualcuno o un gruppo di persone che infrangono la legge sulle zone di accesso sicuro, puoi segnalarlo alla Polizia scozzese” si legge sempre nella spiegazione della legge. La delazione, tipica dei regimi, viene riproposta anche in questo caso per azioni e attività che è difficile ritenere reato, come pregare, dare un volantino, predicare…

La normativa scozzese è decisamente inquietante.

La c.d. “zona di accesso sicuro” è costituita da: “locali protetti”, “area pubblica” intorno (se presente), e “ogni area pubblica di terreno entro 200 metri (o altra distanza estesa ai sensi della sezione 7 o ridotta ai sensi della sezione 8) dal confine del sito protetto”.

In questa zona cuscinetto viene limitata la libertà, anche se uno è a casa propria!

“In generale, i reati si applicano nei luoghi pubblici all’interno delle Zone di Accesso Sicuro”, si legge, ma ci sono eccezioni: “se qualcuno fa qualcosa in un luogo privato (come una residenza privata) all’interno dei confini di una Zona di Accesso Sicuro che può essere visto o udito nei luoghi pubblici che fanno parte della Zona, un reato potrebbe essere commesso se è fatto con l’intenzione di (o imprudentemente)”.

Quindi se qualcuno a casa propria per esempio prega ad alta voce e in questo modo qualcuno viene influenzato nel decidere di abortire, oppure mette una maglietta tipo Life is precious e apre la finestra, potrebbe aver commesso reato!

Una legge che lascia senza parole, o meglio che toglie la parola. 

Non ci resta che continuare a prendersi cura del bambino/a che abita nella zona di accesso sicuro del grembo materno e della sua mamma…




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