
6 Marzo 2025
Le piaghe del Signore
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Il commento
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (9,23). La croce appare fin dall’inizio del cammino quaresimale, non come un incidente di percorso ma come la via che segna l’esperienza della sequela. Gesù annuncia ai discepoli che il destino sofferente che lo attende coinvolge anche loro. Chi vuole stare con Lui, chi vuole godere della sua amicizia deve mettere in conto di essere, come Lui, rifiutato e umiliato. San Massimo il Confessore ricorda che la croce è “il segno distintivo del potere del nostro Signore Gesù Cristo”. La sofferenza è un mistero e uno scandalo per l’uomo. Per questo Dio ha scelto di condividere il dolore del mondo, porta nella sua carne la sofferenza che accompagna la storia dell’umanità. Benedetto XVI ricorda che non c’è un’autentica esperienza di fede se non siamo disposti a portare la croce del Signore: “Prendere la croce significa impegnarsi per sconfiggere il peccato che intralcia il cammino verso Dio, accogliere quotidianamente la volontà del Signore, accrescere la fede soprattutto dinanzi ai problemi, alle difficoltà, alla sofferenza. Anche nell’epoca attuale molti sono i cristiani nel mondo che, animati dall’amore per Dio, assumono ogni giorno la croce, sia quella delle prove quotidiane, sia quella procurata dalla barbarie umana, che talvolta richiede il coraggio dell’estremo sacrificio. Il Signore doni a ciascuno di noi di riporre sempre la nostra solida speranza in Lui, certi che, seguendolo portando la nostra croce, giungeremo con Lui alla luce della Risurrezione” (Udienza generale, 20 giugno 2010).
“Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore”. È una preghiera antica e troppo facilmente dimenticata. Possiamo usare altre parole ma non dobbiamo cambiare la sostanza del cristianesimo che queste parole antiche riassumono con grande chiarezza. Piaccia o no, siamo tutti chiamati a partecipare alla passione di Gesù, cioè a portare impresse nel cuore (e talvolta nella carne) le sue dolorose e gloriose piaghe.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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