TEMPO DI QUARESIMA
E tu, con chi condividi i tuoi pesi? Alcuni spunti per la Quaresima

Un esercizio utile per questa Quaresima può essere chiederci in che modo stiamo ostruendo il passaggio all’amore di Dio, in che modo gli stiamo chiudendo le porte e se ci sono pesi che stiamo tenendo stretti, invece di condividerli con Lui. Inoltre, un esercizio da fare potrebbe essere chiederci in che modo possiamo noi sostenere la croce di qualcun altro.
Ricordate il passo del Vangelo in cui Gesù dice che il suo giogo è dolce e il suo peso leggero?
Quante volte noi, però, siamo tentati di “tenerci stretti i nostri pesi” ed essi, allora, non ci appaiono dolci per nulla?
Tanti possono essere i motivi di questa chiusura: orgoglio, paura della delusione, pretesa di autosufficienza. A volte possiamo perfino affezionarci al dolore e amare il ruolo della vittima.
Forse crediamo di non essere importanti: “Gesù avrà di meglio da fare che pensare a me”. Oppure, non ci fidiamo: “Posso essere sicuro che Dio ci sia e si faccia carico di me?”.
C’è anche il caso in cui il dolore è così penetrante da pensare: “Questo peso è troppo grande, pure per Dio!”.
Quanti ostacoli mettiamo alla grazia.
Un esercizio utile per questa Quaresima può essere chiederci in che modo stiamo ostruendo il passaggio all’amore di Dio.
Possiamo fare memoria di tutte le volte in cui abbiamo sentito la Sua presenza e abbiamo visto la differenza rispetto a quando ci siamo chiusi.
Inoltre, un esercizio da fare potrebbe essere chiederci in che modo possiamo noi sostenere la croce di qualcun altro.
Ieri ho avuto occasione di riflettere su questo attraverso un semplice episodio di vita quotidiana.
Mi trovavo insieme alla mia famiglia in un negozio di articoli sportivi, dove vendono e affittano attrezzatura da sci. Dopo aver pagato, per uscire dovevamo ripercorrere, stavolta carichi di fardelli – sci, caschi, bacchette, scarponi – una scala lunga, per tornare all’ingresso del negozio. Mi stavo organizzando e preparando a caricarmi del peso, quando il ragazzo che ci aveva affittato il materiale mi ha detto che avrebbe portato tutto lui fino alla macchina.
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Ero pronta a fare da sola, a faticare, ma qualcuno si era offerto di portare quei pesi per me. Istintivamente volevo dire di no, per non essere di disturbo. Poi ho pensato alla cifra che avevamo appena lasciato in negozio e ho pensato che, forse, il servizio potevo considerarlo incluso nel prezzo. Scherzi a parte, in quel momento mi sono venute in mente tutte le volte in cui Gesù si è accostato a me, quando è sopraggiunta una prova, una croce, e mi ha chiesto dolcemente di consegnarla a Lui, perché potesse sostenerne il peso maggiore.
Mi è venuto in mente anche il caso contrario: quando qualcuno era sovraccaricato e il Signore chiedeva a me di accostarmi per condividere i pesi dell’altro.
A volte, se vediamo qualcuno in difficoltà, scappiamo, facciamo finta di non vedere, per non lasciarci scomodare.
Il dolore fa paura, ci mette in discussione. Possiamo anche non sentirci all’altezza. Se vediamo situazioni difficili, istintivamente potremmo voler andare lontano: in fondo, che differenza farà la mia presenza?
Non siamo Dio, non dobbiamo salvare nessuno, questo spetta a Lui. Possiamo però avvicinarci, esserci. E questo farà sempre la differenza. Siamo chiamati a donarci: coi nostri limiti, con le nostre goffaggini, ma con tutto l’amore di cui siamo capaci.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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