San Francesco: splendere o sparire?

Ero l’altra sera seduta a godermi al Teatro Augusteo di Salerno lo spettacolo “Fra’. San Francesco, la superstar del medioevo” di Giovanni Scifoni e devo dire che le mie aspettative non sono state affatto tradite. Giovanni ha il merito di restituirci un San Francesco autentico, capace di parlare a tutti, credenti e non, con la forza di una vita radicalmente cristiana. Ancora oggi e nonostante nei secoli si sono succedute opere letterarie e artistiche sul Poverello di Assisi, c’è sempre qualcosa di profondo e inedito nella spiritualità francescana.

Merito di Scifoni è senza dubbio quello di affrontare con uno stile immediato e provocatorio i grandi temi che riguardano oggi le sfide della fede. Il suo racconto non è mai scontato, ma colpisce con forza, scuotendo la coscienza dello spettatore e rendendo attuale il messaggio evangelico.

Ma perché Francesco piace così tanto? Perché continua a essere un’icona universale? Forse la risposta sta nella sua capacità di incarnare la fragilità umana e, al contempo, la forza di una fede incrollabile. Francesco non si impone, non grida, non cerca il potere: semplicemente splende.

Ed è proprio qui che emerge una domanda provocatoria: dobbiamo scegliere di splendere o di sparire? Francesco non ha dubbi. Non si è mai accontentato di una fede tiepida o nascosta. Ha abbandonato tutto per lasciare che la luce di Cristo brillasse attraverso di lui. E in questo bruciare d’amore, in questa follia evangelica, ci interroga ancora oggi: siamo disposti a uscire dall’anonimato per testimoniare la bellezza della fede? Anche a costo di essere non compresi proprio dagli amici, dalle persone che ami?

Straordinaria la scena della rappresentazione del presepe di Greccio. Ad un certo punto sembra con gli occhi del cuore proprio vedere in luogo del Sacro Libro un piccolo neonato. L’amore questo fa, trasfigura e ci dona di vedere il mistero nascosto nell’umile quotidiano.

Scifoni, nel suo spettacolo, compone man mano il volto di Cristo attraverso la storia del Poverello d’Assisi. Ogni parola, ogni gesto, ogni scelta di Francesco diventa un tassello che, come in un mosaico, fa emergere il volto di Gesù. E qui avviene il miracolo: quando c’è qualcuno disposto ad ascoltare, la Parola si fa carne. Non è un concetto astratto, ma un’esperienza concreta: Francesco, uomo come noi, si lascia scolpire dalla Parola, fino a diventare immagine vivente di Cristo.

Il culmine dello spettacolo e della vita del Santo è proprio questo: il volto del Crocifisso si fonde con quello di Francesco. Le stigmate, ricevute sul Monte della Verna, non sono solo un segno mistico, ma il sigillo di un’esistenza totalmente conformata a Cristo. Ed è qui che si gioca la nostra sfida: accogliere la Parola, lasciarci trasformare e diventare, a nostra volta, testimoni viventi. San Francesco continua a parlarci. E noi, siamo pronti ad ascoltarlo?




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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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