Carlo Casini, un uomo integro, verso la causa di beatificazione

Parole, silenzi, lacrime, preghiera per affacciarsi in punta di piedi sulla vita interiore di un testimone di speranza: Carlo Casini nella giornata di spiritualità a lui dedicata a cinque anni dalla sua nascita al Cielo.
«È stato bello scoprire, attraverso le parole di chi lo ha conosciuto, che nostro padre era lo stesso dentro e fuori casa: un uomo integro, fedele ai suoi valori»: così Francesco Casini ha detto a conclusione della Giornata di Spiritualità “In cammino con Carlo Casini testimone di speranza” tenutasi il 22 marzo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, un’occasione per ricordare un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa della dignità umana a cinque anni dalla sua nascita al Cielo, 23 marzo 2020, in piena emergenza Covid.
Carlo Casini è stato sposo, padre, magistrato e politico, fondatore del Movimento per la Vita, testimone gioioso perché testimone di speranza. Per annunciare la vita via, dunque, come lui scrive “il volto rattristato, le visioni cupe, il dito accusatore” e spazio allo stupore davanti alla vita, l’ammirazione per la dignità di ogni uomo che genera il miracolo della ricomposizione. Carlo Casini è stato un uomo di unità, come testimonia un piccolo ma significativo episodio raccontato dalla moglie amata Maria: un bigliettino scritto in un giorno di maggio all’inizio del loro legame, con una frase significativa: “Amarsi è guardare insieme nella stessa direzione”. La giornata di spiritualità è stata un’occasione per guardare nella stessa direzione di Carlo Casini: Cristo nascosto nel volto e nella dignità del bambino concepito.

Ad aprire la giornata che si è rivelata un tempo di esercizi spirituali, gli interventi di Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita, e di don Paolo Bonini, che fu alunno di Carlo Casini durante un corso di Diritto Internazionale ma anche la preghiera dell’Angelus, ricordando come l’Incarnazione sia il cuore e il fondamento dell’impegno per la vita. Il messaggio del Cardinale Matteo Maria Zuppi ha saputo cogliere l’essenza della missione di Casini: “Ha seminato speranza mettendosi al servizio degli ultimi, di coloro che la società spesso scarta o ignora. Facendosi voce di chi non è ancora nato, è diventato voce di tutti i fragili” così come quelli pervenuti alla famiglia dai cardinali Bassetti, Bagnasco e Ruini. Quest’ultimo ha ammesso che pur avendo conosciuto “Carlo Casini quando era nel pieno delle sue attività di uomo politico e di difensore e promotore instancabile del diritto alla vita” solo oggi “ho scoperto un autentico uomo di Dio, un contemplativo nell’azione, che si colloca a buon diritto tra i figli più significativi della Chiesa del Concilio”.
Un video emozionante ha rievocato l’evento del 17 maggio 1986 a Firenze, quando la città, in quell’anno Capitale Europea della Cultura, accolse Chiara Lubich e Madre Teresa. In quell’occasione venne firmato un Appello all’Europa per il riconoscimento della dignità del concepito come base dei diritti umani. L’entusiasmo e la bellezza della gioventù presente a quell’evento divennero il motore dell’impegno futuro di Casini a favore dei giovani.
Una Fede che Illumina la Sofferenza
Nel tratteggiare la spiritualità di Carlo Casini, padre Maurizio Faggioni, bioeticista e teologo morale, ha sottolineato come in lui “la forza e la virilità si intrecciassero con una straordinaria delicatezza d’animo e sensibilità”. Don Nunzio Currao, assistente spirituale del personale del Policlinico Gemelli, ha poi condiviso un aspetto profondamente toccante del tempo della malattia di Casini, colpito dalla SLA: “Era assetato di verità. Quante volte mi chiedeva: ‘Parlami della misericordia di Dio’! Non l’ho mai visto rassegnato, neanche nel dolore più grande”. A rafforzare questa testimonianza, il racconto di Giada Sciascia Cannizzaro, medico che lo ha assistito: “La sua stanza era divenuta una vera e propria cappella, con la presenza di Gesù Eucaristia notte e giorno. La fede della famiglia ha creato un ambiente di grazia intorno a lui”. Don Stefano Stimamiglio, amico e sacerdote che tante volte si è fatto prossimo nei giorni della sofferenza ha testimoniato che entrare nella stanza di Carlo era “come accedere a un sacrario”.

Un Capitano per i Giovani
Carlo Casini credeva profondamente nei giovani: “I giovani sono nel mondo per cambiare il mondo” diceva. Davide Rapinesi, Camilla Galuppi e Arturo Buongiovanni hanno testimoniato come Casini non offrisse risposte preconfezionate, ma orientasse con la sua stessa vita: “Ci ha insegnato che Dio è il miglior amico dei giovani”.
Amicizie che Segnano un Cammino
Tre figure di santità hanno avuto un ruolo centrale nel cammino di Carlo Casini: San Giovanni Paolo II, Chiara Lubich e don Oreste Benzi. Gli amici della vita potremmo chiamarli. Il Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio, ha ricordato il profondo legame tra Casini e il Papa polacco, fondato sulla convinzione comune che “la difesa della vita sia la sfida più urgente del nostro tempo”. Presiedendo la Santa Messa celebrata nel cuore della Giornata ha ribadito la necessità di annunciare la vita con lo sguardo di fede e la fortezza interiore di Carlo Casini. L’amicizia con Chiara Lubich si sviluppò attraverso una collaborazione intensa tra il Movimento per la Vita e il Movimento dei Focolari così come hanno testimoniato Anna e Alberto Friso, responsabili della Rete Amci di Carlo Casini, mentre con don Oreste Benzi Casini condivise la battaglia per la dignità degli ultimi. “Entrambi erano contemplativi di Dio nel mondo”, ha sottolineato Giovanni Paolo Ramonda.

Testimonianze di Vita e Speranza
Tre storie straordinarie hanno illuminato la Giornata, dimostrando che la battaglia per la vita non è una questione ideologica, ma si gioca nell’amore concreto. Come quella di Maria Cristina Cella raccontata dal marito Carlo Mocellin. Maria Cristina è una mamma di tre bambini quando a 26 anni nel 1995, muore per un tumore dopo aver rifiutato le cure che avrebbero potuto danneggiare la terza gravidanza. A quel terzo bambino che ha potuto accompagnare solo per soli 16 mesi, scrive una lettera meravigliosa al figlio: “Riccardo, sei un dono per noi. In quella sera, in macchina, di ritorno dall’ospedale, quando ti muovesti per la prima volta, sembrava che tu mi dicessi: “Grazie, mamma, che mi vuoi bene!” E come non potremmo non volertene? Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico… penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena per un figlio”. La seconda storia presentata è quella di Matteo Manicardi e Fabiana Coriani, sposati da 14 anni. Durante la gravidanza al loro piccolo Michele, terzo figlio desiderato e amato dai fratelli, viene diagnosticata prima una sindrome cromosomica, poi al quinto mese di gravidanza una diagnosi più dura: incompatibile con la vita. Questi sono alcuni appunti dal diario di mamma Fabiana: “Ti muovi sempre anche quando preghiamo, soprattutto in presenza del rosario, che appoggio sul pancione. Sembra che tu lo avverta e io sento che è così per davvero”. E ancora: “sei così piccolo Michy, sei invisibile al mondo e sei colpetti insistenti per noi. Ma muovi più amore di quello che si possa pensare…”. Infine, Veronica Fornino e Alessandro Nuti chiudono questo tempo così commovente. Sono già genitori di Bianca e Giorgia quando durante la gravidanza della loro terzogenita Chiara scoprono che ella è affetta di una patologia incompatibile con la vita. Non hanno dubbi, quella figlia nascerà ma sono rattristati da come i medici li hanno trattati consigliando loro solo di abortire. Fino a quando conoscono Marina Casini e attraverso di lei il professor Noia e il percorso si ribalta. Chiara nasce e vive solo 60 minuti ma quella figlia “diventa la grazia più preziosa che il buon Dio ci ha donato”.
L’ultima parola non poteva che essere quella del professore Pino Noia, medico ginecologo ostetrico, professore universitario ma soprattutto un amico delle donne, con loro condivide da 40 anni il tempo della diagnosi prenatale come occasione per riscoprire il valore della vita nascente. La sua amicizia con Carlo Casini risale agli inizi degli anni’80. Alleati nel contenere il dubbio diagnostico e impegnati nel diffondere una cultura in cui il figlio non era contro la madre ma “il figlio per la madre e la madre per il figlio in una simbiosi materno-fetale” che la cultura abortista cerca di minare nelle fondamenta.
Una Cattedra internazionale Carlo Casini
Il progetto dell’istituzione di una Cattedra Internazionale Carlo Casini annunciato durante la Giornata rappresenta un passaggio di straordinaria rilevanza culturale, giuridica e sociale. Non si tratta solo di rendere omaggio alla figura di un uomo che ha segnato profondamente il dibattito bioetico e giuridico in Italia e in Europa, ma di riconoscere l’attualità e la portata universale del suo pensiero. Ne hanno parlato Rafael Santamaria D’angelo e Ana Maria Olguin, coppia di sposi peruviana e Padre Fernando Fabò Martin con Josè Alberto Castilla Barajas dall’Università di Anáhuac a Città del Messico. Commoventi i tre interventi conclusivi di Paola Binetti, Luisa Santolini e Paola Mancini, amiche e compagne di viaggio, hanno lavorato gomito a gomito con Carlo Casini nella difesa della vita nascente.

Verso la Causa di Beatificazione
La Giornata si è conclusa con un annuncio straordinario: l’avvio del processo di Beatificazione e Canonizzazione di Carlo Casini, promosso dall’Associazione “Amici di Carlo Casini”. “Attese le numerosissime richieste pervenute da parte di persone di ogni ceto che hanno conosciuto in vita Carlo Casini, trascorsi ormai i 5 anni dalla morte, in osservanza alle Norme della Sanctorum Mater del Dicastero delle Cause dei Santi, essendo viva tuttora la fama di santità di Carlo Casini, l’Associazione Amici di Carlo Casini desidera promuovere e dar inizio alla causa di Beatificazione e Canonizzazione e sottoporla al giudizio saggio e prudente della Chiesa, perché sia tutto per puro zelo della gloria di Dio”. Un momento di grande commozione, suggellato dalla preghiera di Giovanni Paolo II contenuta nell’Evangelium Vitae: Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, a te affidiamo la causa della vita.

Carlo Casini ci lascia un’eredità luminosa: difendere la vita sempre, con il cuore saldo nella speranza e lo sguardo rivolto verso il Cielo. Ha vissuto la sua vita in ginocchio davanti a Dio per essere grande davanti agli uomini nella testimonianza della verità e della dignità di ogni essere umano fin dal concepimento. Tante cose sono state dette altre lasciate alle riflessioni di ciascuno ed è emblematico tutto questo perché le cose di Dio non si spiegano per interezza, dobbiamo sempre lasciare aperta la porta del mistero che è dentro e fuori di noi. Come ha fatto Carlo.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento