Questa storia viene dal Messico. Barbara non immaginava mai che la sua vita potesse cambiare così drasticamente. È una donna come tante, con sogni e progetti, ma tutto si infrange il giorno in cui riceve quella diagnosi inaspettata sulla sua bambina. Rabbia, negazione, tristezza: le emozioni si rincorrono come onde impetuose, sommergendola senza tregua.
Ma poi arriva l’amore. Forte, inarrestabile, capace di sollevare il peso del mondo e trasformare la paura in speranza. Quell’amore ha un nome: Barbarita. La sua bambina, nata con tante problematiche di salute: autismo, paralisi cerebrale, agenesia del corpo calloso, epilessia. Diagnosi che pesano come macigni sul cuore di Barbara. Eppure, lei non si ferma. Lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla sua bambina. Diventa il suo sostegno, la sua guida, il suo rifugio sicuro in un mondo incerto. Ogni giorno è una battaglia, ma Barbara non si arrende. Sa che l’amore può fare miracoli.
Le persone le chiedono: “Tua figlia cosa ha?”. E Barbara, con un sorriso che sa di ironia e forza, risponde: “Ha tanto amore per la vita”. È il modo in cui sfida il destino, ricordando a se stessa e agli altri che sua figlia non è un elenco di diagnosi, ma un’anima piena di vitalità.
I medici non nutrono molte speranze per il futuro di Barbarita. Camminare? Improbabile. Vivere a lungo? Difficile. Eppure, 24 anni dopo, Barbarita è ancora lì con la sua andatura traballante, ma decisa, circondata dall’affetto della comunità di Aspana. È un luogo speciale, dove il sostegno e l’amicizia contribuiscono a farle raggiungere traguardi impensabili.
Barbara non nasconde le sue paure. La società può essere crudele, e le preoccupazioni per il futuro della figlia le tolgono il sonno. “Cosa ne sarà di lei quando io non ci sarò più?” si chiede spesso. Ma non smette di lottare. Con la voce ferma e il sorriso sincero, dà un consiglio alle famiglie che, come lei, affrontano sfide simili: “Guarite emotivamente. Nessuno può dare ciò che non ha. Cercate aiuto per voi stessi, perché i vostri figli hanno bisogno di genitori interi, capaci di accoglierli per quello che sono”.
In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo il 2 aprile, Barbara racconta la sua storia in un video di una tv messicana, sperando che le sue parole siano un’àncora di conforto per altre madri e padri che si sentono soli nella lotta. Non è mai troppo tardi per iniziare, dice. Ogni giorno è un’opportunità per costruire un futuro migliore, per accettare la realtà e trasformarla in amore. E alla fine, quando qualcuno le chiede cosa abbia davvero Barbarita, lei risponde sempre con lo stesso sorriso luminoso: “Ha la sindrome della felicità”.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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