RICORRENZE
Bonhoeffer: una teologia per la vita. Oggi 80 anni dalla sua morte

Foto derivata da: AldrianMimi, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
di Giuseppe Lubrino
Dietrich Bonhoeffer, teologo del XX secolo, è considerato uno dei più influenti e significativi pensatori del suo tempo. Il suo pensiero continua ad ispirare il dibattito teologico contemporaneo. Oggi, 9 aprile 2025, ricorrono 80 anni dalla sua morte.
Bonhoeffer operò durante gli anni dei grandi mutamenti e trasformazioni dell’Era contemporanea: la rivoluzione industriale, le drammatiche guerre mondiali, l’emergere dell’esistenzialismo filosofico, teso a indicare all’uomo la strada per la conquista della felicità. In particolare, Bonhoeffer fu affascinato da Søren Kierkegaard e dalla “teologia dialettica ” di Karl Barth, che poneva l’accento sulla trascendenza di Dio, percepito come il Totalmente Altro dall’uomo e mai pienamente accessibile e comprensibile se non mediante la “Rivelazione divina”.
Bonhoeffer ribaltò questa prospettiva, focalizzando la sua attenzione sull’immanenza di Dio, compiutasi nell’incarnazione di Gesù Cristo. Dio si è reso vicino all’umanità e, attraverso la sua Chiesa, garantisce la sua presenza concreta nel mondo. Pertanto, i cristiani devono vivere all’interno della storia, concretamente nel mondo, con responsabilità e capacità di decisione. In situazioni di oppressione, come nel caso dei totalitarismi, essi devono avere il coraggio di schierarsi dalla parte della giustizia e della verità, contestando simili barbarie.
Allo stesso modo, Bonhoeffer lottò contro il nazismo e prese parte alla nota cospirazione contro Hitler, motivo per cui fu assassinato dal regime. La sua vita si configura come un modello attuale perenne di come un teologo possa coniugare fede e azione, teologia e vita.
Dietro alla figura di Dietrich Bonhoeffer si cela un’intuizione geniale: la capacità di cogliere nel progresso scientifico, tecnologico e sociale del XX secolo non un ostacolo alla fede, ma un’opportunità unica per ripensarla e raccontarla in modo nuovo. La sua teologia, definita da molti “teologia della mondanità”, si distingue per la sua capacità di dare alla fede un’impronta esistenziale, di renderla viva e tangibile nella quotidianità.
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Bonhoeffer osserva con lucidità come l’umanità, raggiunta una certa maturità e autonomia, tende a relegare Dio nella sfera del privato, o addirittura a farne a meno. Questa situazione, secondo lui, è figlia di una responsabilità condivisa: da un lato, i cristiani stessi, con una concezione distorta della presenza divina nel mondo, e dall’altro, una religiosità superficiale, incentrata su riti e regole esteriori, priva di vera sostanza e vitalità.
La sua analisi si concentra sulla figura dell’uomo, ponendola al centro del suo pensiero teologico. Bonhoeffer riconosce la capacità dell’uomo di agire autonomamente, ma allo stesso tempo lo invita a riscoprire il senso profondo della fede, non come un’entità astratta e distante, ma come una forza viva che permea ogni aspetto della vita.
La teologia di Dietrich Bonhoeffer si fonda su una convinzione profonda: la centralità e la radicalità di Gesù Cristo. Per lui, il Cristianesimo non è una religione astratta, ma un incontro storico con Gesù. “É nella Cristologia il centro dell’esistenza umana”, afferma Bonhoeffer.
Questo incontro con Cristo richiede una fede dinamica, che si traduce in azione e impegno nel mondo. Bonhoeffer, vissuto durante il nazismo, ha sperimentato in prima persona l’incompatibilità tra il Vangelo e l’ideologia totalitaria. La sua resistenza al regime gli è costata la vita, ma ha lasciato un messaggio potente: la fede è possibile anche in situazioni di oppressione e di negazione della dignità umana. La fede, per Bonhoeffer, è un supporto durante le avversità e un “senso”, quello della Croce di Cristo.
Il teologo tedesco propone un itinerario esistenziale-cristologico che parte dai valori cristiani: uguaglianza, giustizia, solidarietà e libertà. Attraverso questi valori, si diventa “compagni di viaggio” di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuendo alla costruzione di una civiltà dell’amore.
In questo contesto, Cristo è presente come comunità: incontrando l’altro, il cristiano ha il compito di rendere visibile il Dio invisibile attraverso la sua testimonianza, le sue opere e le sue azioni concrete nel mondo.
Bonhoeffer ricorda che si può vivere senza religione, ma non senza Cristo. La sua eredità è una fede vissuta, una teologia incarnata e una resistenza attiva all’ingiustizia, che risuonano con forza nel tempo presente.
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