Ci risiamo. Ancora una volta, a Roma, la libertà di espressione è stata calpestata sotto il peso dell’ipocrisia e del pensiero unico. Dopo neanche un giorno dalla loro affissione, i manifesti di Pro Vita & Famiglia sono stati rimossi dal Comune di Roma. Cosa contengono? Rientrano nella campagna, intitolata Mio Figlio No che si incentra sul tema della libertà educativa dei genitori e si oppone all’introduzione di contenuti legati alle tematiche LGBTQIA+ nelle scuole. I manifesti raffigurano tre adolescenti accompagnati da frasi che riportano esperienze scolastiche immaginarie, tra cui: “Oggi a scuola un attivista Lgbt ha spiegato come cambiare sesso”, “Oggi ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo” e “La mia scuola ha permesso anche ai maschi di usare i bagni delle femmine”.
Pro Vita & Famiglia ha dichiarato che le frasi riportate sui manifesti si riferiscono a episodi realmente accaduti in istituti scolastici, spesso senza il consenso informato dei genitori. Pertanto, l’associazione ha avanzato specifiche richieste, tra cui: l’introduzione di una legge che impedisca lo svolgimento in aula di progetti legati alla fluidità di genere; l’obbligo del consenso informato preventivo dei genitori per tutte le attività ritenute sensibili; possibilità per le famiglie di esonerare i propri figli da corsi e iniziative legate al tema gender.
I manifesti sono ritenuti offensivi. Per chi? Perché esprimere un dissenso – civile, argomentato e fondato – è diventato un crimine? In Italia esiste ancora l’articolo 21 della Costituzione, che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Eppure, sembra che questo diritto sia ormai garantito solo a chi si allinea alle mode culturali del momento. Chi osa difendere la vita, la maternità naturale, la famiglia fondata su un padre e una madre, l’educazione dei propri figli nelle scuole, viene censurato, silenziato, escluso dal dibattito pubblico.
I manifesti rimossi non contenevano insulti, non istigavano all’odio, non diffondevano fake news. Esprimevano una realtà scomoda. Punto. Ma oggi basta essere “scomodi” per essere tacciati di estremismo, discriminazione, “non inclusività”. È questa la nuova democrazia? Quella dove si può parlare solo se si recita il copione ideologico prestabilito? Se c’è qualcosa di offensivo, è proprio questa censura strisciante che si maschera da “tutela della sensibilità altrui”. Una sensibilità selettiva, però: perché nessuno per esempio rimuove i manifesti pro aborto o pro utero in affitto, anche quando urtano profondamente la coscienza di milioni di cittadini. La sensibilità di chi non la pensa allo stesso modo non conta. La nostra voce deve essere spenta.
Ma non ci stiamo. Non possiamo stare zitti. Perché non si tratta solo di manifesti: si tratta della libertà di tutti. Se oggi viene censurata una voce a favore dell’educazione dei nostri figli, domani potrà toccare a chiunque. E allora dov’erano i paladini della libertà? Dov’era il mondo della cultura, sempre pronto a mobilitarsi per ogni “diritto”, tranne quello – fondamentale – di dire la verità che si ha nel cuore? Cosa dovremmo fare? Accettare placidamente che i nostri figli siano indottrinati? Che la Costituzione venga svuotata del suo significato. Come rivista ma anche come genitori, cioè padri e madri, non accetteremo che ci sia una libertà di espressione a targhe alterne. Continueremo a parlare, a scrivere, a testimoniare. Perché la libertà non si mendica: si esercita. E se dà fastidio, vuol dire che serve.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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