Questa Settimana, cuore dell’anno liturgico, tutto si ferma. Il tempo si fa denso, la vita sembra sospendersi sotto il peso di un Amore che non ha scelto scorciatoie. È la Settimana Santa, il cammino di Cristo verso la Croce e sotto la Croce, un cammino che parla a ogni cuore e in modo particolare a chi ha detto un “sì” per sempre: gli sposi, le famiglie, coloro che vivono quotidianamente l’amore nella sua forma più esigente e reale.
Nel mistero pasquale, l’amore si svela nella sua verità più nuda: è dono che non trattiene nulla, fedeltà che non fugge dinanzi al tradimento, tenerezza che attraversa l’agonia. È amore audace, non perché non abbia paura, ma perché sceglie comunque di restare fedele.
Anche la vita coniugale e familiare può diventare un Gòlgota. Una via fatta di promesse che si scontrano con le piccole e grandi croci quotidiane: il peso dell’abitudine che svuota i gesti, il silenzio che si fa muro, l’orgoglio che non vuole piegarsi a chiedere scusa, i sogni svaniti. Eppure, proprio lì, nel sepolcro delle giornate uguali, l’audacia dell’amore cristiano può generare vita nuova.
Gesù, nell’orto degli ulivi, ha sudato sangue per il peso della volontà del Padre. E ogni sposo, ogni madre o padre, conosce quel momento: quando si è tentati di fuggire, quando sembra che amare costi troppo, quando ci si accorge che l’altro non è il sogno idealizzato ma una carne fragile come la propria, quando un figlio sembra buttare alle ortiche anni di educazione e di sacrifici. Conosciamo il Getsemani. Ci sono giorni in cui ci sembra di passeggiare sempre in quel giardino, in quell’angolo senza vie di fuga.
La Pasqua ci insegna proprio il coraggio di uscire da quell’Orto. In fondo amare è osare. Osare perdonare settanta volte sette. Osare ricominciare ogni mattina, anche quando il cuore è stanco. Osare costruire, senza cedere all’orgoglio che vuole avere ragione. È un amore che non si improvvisa, ma si plasma nel tempo, nel fuoco delle difficoltà, nella grazia dei sacramenti così necessari.
La Settimana Santa non è l’emblema di una sconfitta e non è una raccolta di fallimenti ma è il racconto di un amore che ha attraversato la morte ed è uscito vivo. Così è il matrimonio cristiano: non un’illusione romantica, ma una vocazione eroica, audace, impegnativa ma esaltante. Abbiamo la certezza che non siamo soli: il Cristo risorto cammina con noi, asciuga le nostre lacrime, rialza ciò che cade. Che questa Pasqua ci trovi allora audaci, nel cuore e nella carne. Non perfetti, ma fedeli. Non invincibili, ma innamorati di Colui che salva. Perché chi ama davvero non si arrende mai: ama fino alla fine. Fino alla morte e alla morte di croce.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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