MATRIMONIO CRISTIANO

Un matrimonio può morire e risorgere: la testimonianza di due sposi

“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, “Oggi con me sarai nel Paradiso”, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”: quattro frasi di Gesù sofferente che possiamo leggere dalla prospettiva di noi sposi cristiani.  

“In genere – raccontarono due sposi, separati e poi tornati insieme – l’incontro con Gesù avviene quando ci si trova con le spalle al muro e così è successo a noi. Lo abbiamo incontrato durante la separazione. In questa situazione drammatica abbiamo chiesto aiuto al cielo, ciascuno personalmente, in due modi diversi, in due città diverse. E Gesù ha risposto. Ora possiamo e vogliamo dire a tutti: confidate nella potenza del sacramento del matrimonio. Usatelo! Avete una Ferrari tra le mani e la guidate a 30Km/h. Che spreco. Che noia”.

Prima di arrivare a questa consapevolezza, i due si erano procurati molte ferite, in tutti gli ambiti dello stare insieme, in particolare in quello delicatissimo dell’intimità. 

Dopo ventitré anni di fallimenti accumulati, i due coniugi si sono divorziati per poi rimettersi insieme il giorno stesso in cui hanno ricevuto la sentenza del divorzio. Perché? Perché nel tempo della separazione ciascuno, crocifisso e sofferente, ha gridato a Dio. 

Oggi la loro missione è smascherare gli inganni del diavolo e testimoniare che un matrimonio può fallire, soprattutto se ci affidiamo solo alle nostre forze, ma Dio può fare nuove tutte le cose.

La Settimana Santa per gli sposi

Lo scorso anno, nel giorno del Sabato Santo, sul blog Matrimonio Cristiano è stata condivisa una riflessione di Antonio e Luisa De Rosa. I due sposi, in un articolo dal titolo Le sette parole di Gesù per gli sposi pubblicato nel loro blog, affermano: “Pochi ci pensano, ma Cristo su quella croce ha celebrato le sue nozze con noi. La croce è stata talamo consacrato. Sulla croce ha offerto tutto di sé. Tutto fino a dare la vita. L’amore di Cristo, inchiodato alla croce, è un amore che ogni sposo e ogni sposa dovrebbero prendere ad esempio e cercare di emulare”. 

Gesù, appeso in croce, avrebbe avuto tutto il diritto di biasimare, condannare, insultare l’uomo che, nella sua ottusità, non rinuncia al proprio peccato, alla cattiveria, piuttosto preferisce far fuori Dio, per zittirlo.

Leggi anche: “Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore”: due sposi si raccontano

Davanti alla furia omicida dei suoi persecutori, però, dalla bocca di Gesù escono solo parole che edificano o di preghiera. Noi riflettiamo qui su quattro frasi di Gesù, pronunciate negli ultimi istanti della sua vita.

  1. “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”
  2.  “Oggi con me sarai nel Paradiso”
  3. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
  4. “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”

Imparare la mitezza e la preghiera da Gesù

Gesù ci consegna un atteggiamento, una postura esistenziale: ci testimonia la scelta di non odiare, anche quando ne avremmo tutto il diritto. E come si fa? Il perdono è una grazia da chiedere. Noi non abbiamo il cuore di Gesù, ma possiamo chiederlo. La carità nasce dalla preghiera

Gesù, oltre ai suoi assassini, perdona il “buon ladrone”, non perchè dimentica il peccato: ricorda benissimo tutto ciò che ha fatto, lo perdona perché non lo definisce col suo peccato, gli apre – proprio quando tutto sembra perduto – una prospettiva nuova, lo riscatta, lo guarisce. Noi sposi siamo disposti a riscattare l’altro, a pregare per lui? Abbiamo a cuore la salvezza del coniuge, pur ricordando benissimo ciò che ci ha fatto del male?

Un altro atteggiamento che possiamo far nostro è quello di pregare, più che puntarci il dito uno contro l’altro. Se ci troviamo ad attraversare una crisi, piuttosto che rimuginare e perseverare nel rancore, possiamo gridare a Dio quanto ci sentiamo soli e amareggiati. Anche Gesù si è sentito perso, smarrito, fragile… abbandonato. Anche lui ha gridato. Invece di imprecare contro chi lo uccideva, ha rivolto lo sguardo al Cielo. Ecco cosa possiamo fare anche noi, soprattutto quando sembra che niente non serva più: pregare con tutti noi stessi.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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