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PAPA FRANCESCO E I SACERDOTI

Papa Francesco e i sacerdoti: “Ci diceva di essere creativi”

  • Autore articolo Di Gianluca Coppola
  • Data dell'articolo 25 Aprile 2025
  • Nessun commento su Papa Francesco e i sacerdoti: “Ci diceva di essere creativi”

 di Gianluca Coppola

Ero lì accanto al Papa, mi ero infatti “imbucato” in una udienza privata concessa a un amico sacerdote da lui conosciuto e i giovani della sua comunità e il mio cuore incredulo, palpitante non riusciva a contenere la portata della grandezza di ciò che stava avvenendo. Ad un certo punto lui mi guarda e dice: “sembra tu abbia visto il Papa” e mi sorride dolcemente, dando a quel momento una innaturale, quanto efficace, naturalezza. Ecco questa è l’immagine più bella che conservo di Papa Francesco nel suo rapporto con i presbiteri. 

In questo breve articolo vorrei cercare di trasmettere cosa in questi anni il Suo Pontificato ha prodotto in riferimento ai preti. Dato che in questi giorni tanti, di ogni categoria sociale stanno tentando di tracciature un profilo del loro rapporto con il defunto, amato Pontefice, vorrei tentare, non a carattere scientifico teologico ma molto personale di far memoria di cosa è stato Papa Francesco per noi preti. 

Dal momento in cui Papa Francesco è salito al soglio di Pietro, il mondo ha assistito a un cambiamento significativo nella comunicazione e nell’approccio alla leadership nella Chiesa cattolica.  E questo ha segnato profondamente anche noi preti e i nostri vescovi. Non è stata solo la persona del Papa a ricevere un cambiamento epocale di rotta, ma il suo esempio di pastore semplice per i semplici ha avuto un impatto sulle coscienze di noi presbiteri, noi quei sacerdoti che rappresentiamo il cuore pulsante della comunità ecclesiale siamo stati in maniera a volte inconsapevole, quasi travolti dal suo modo di fare e anche dai suoi “richiami” paterni da trovarci cambiati. Da non essere più dei leader ma dei pastori al

Servizio delle pecore. 

Fin dai suoi primi passi come Papa, Francesco ha mostrato una predilezione per la vicinanza, non solo ai fedeli, ma anche ai suoi collaboratori più prossimi: i presbiteri. Senza troppo sentimentalismo ma nella concretezza che lo ha sempre contraddistinto, anche se a qualcuno poteva dare fastidio. La sua umanità evidente, anche nei momenti in cui senza peli sulla lingua ci ha “richiamati”, ricordando come, da sempre, il ministero sacerdotale non è solo una funzione, ma una vera e propria vocazione all’amore. Nel suo modo di abbracciare, di esserci, nei sorrisi condivisi, nel coraggio di manifestare tristezze e disagi dove si intrecciano gioia e dolore ha mostrato al mondo presbiterale di poter vivere la propria umanità senza edulcorazioni. 

Francesco non ha mai smesso di affermare che i presbiteri non sono semplicemente servitori di un’istituzione, di una “ONG” ma pastori che devono prendersi cura delle proprie “pecore”. Come egli stesso ha detto: “La vera misura di una persona è il suo cuore. Dobbiamo avere un cuore che sa ascoltare nella confusione di oggi”. L’ascolto è il discernimento, da perfetto gesuita, sono stati consegnati anche ai presbiteri come atto primario d’amore. Ha spesso ricordato a loro che la loro missione è molto più di una carriera; è un cammino di accompagnamento e di ascolto.

Leggi anche: Cosa diceva il Papa sul sacramento del matrimonio? Dalla Lettera che scrisse agli sposi

Uno dei grandi temi del pontificato di Francesco è la Misericordia. Quando parla di questo concetto, noi presbiteri lo abbiamo ascoltato con occhi nuovi, comprendendo che la nostra missione è anche quella di essere strumenti di questa misericordia divina. La sua visita nelle comunità, le più periferiche e dimenticate. il suo ascolto delle storie di vita dei sacerdoti, dimostrano come la sua visione di Chiesa sia inclusiva e accogliente.

Noi preti abbiamo trovato in Francesco un modello da seguire, se ogni papa nel corso della storia ha lasciato una traccia di un carisma specifico anche nel

Cuore dei propri presti sicuramente Francesco si è mostrato come uomo semplice, umile, che sfida il potere e abbraccia i più deboli e ci ha insegnato a fare lo stesso, uomo di misericordia. Ha esortato: “Non dimentichiamo mai che la missione è un viaggio da fare insieme.” Abbiamo capito che la chiamata non è solo quella di amministrare sacramenti, ma di abitare le ferite dell’umanità. La fiducia che Francesco a riposto in noi, la spinta a essere creativi e a non avere paura delle innovazioni pastorali ci è arrivata anche attraverso la sua fermezza e “severità” nei nostri confronti, come quella di un padre che vuole che i suoi figli non si perdano, ha dato nuova vita a molti sacerdoti, rendendoli più consapevoli della loro missione.

Il confronto con i presbiteri non è mai stato un monologo. Francesco ha creato spazi di dialogo, dove si sono potuti esprimere dubbi, difficoltà, gioie e successi. La sinodalità è stato un suo concetto chiave, lo sappiamo. Come ha affermato: “La Chiesa non è una struttura statica e ferma, ma un organismo vivo, in cammino.” Le riunioni, i ritiri, le celebrazioni e le giornate di riflessione sono diventati momenti di comunione profonda, dove i sacerdoti si sono sentiti ascoltati e valorizzati. È in questo scambio sincero che risuona quella frase che lui ama ripetere: “Chi non vive per servire, non serve per vivere”.

Il rapporto tra Papa Francesco e i noi presbiteri è stato, senza dubbio, un esempio di reciproco amore e rispetto, anche nel core di chi a volte è rimasto spiazzato da alcuni atteggiamenti e parole che sapevano più di profezia che di dottrina. Questo legame non è solo un invito a riflettere sul ruolo dei presbiteri, ma anche un richiamo alla responsabilità condivisa nel costruire una Chiesa più madre e meno istituzione.

Le parole di incoraggiamento di Francesco risuonano ancora: “Non abbiate paura di sognare!” E i presbiteri, con il cuore aperto, continuano a farlo e a rispondere a questa chiamata, sapendo di avere un padre amorevole, che ora ci guida dal Cielo.




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  • Tag CREATIVI, dialogo, FUNERALE PAPA, INNOVAZIONE. CHIESA, MORTE PAPA, Papa Francesco, sacerdoti, San Pietro
Gianluca Coppola

Gianluca Coppola (1982) è presbitero della Diocesi di Napoli. Ha la passione per i giovani e l’evangelizzazione. È stato ordinato sacerdote il 29 aprile 2012 dopo aver conseguito il baccellierato in Sacra Teologia nel giugno del 2011. Dopo il primo incarico da vicario parrocchiale nella Chiesa di Maria Santissima della Salute in Portici (NA), è attualmente parroco dell’Immacolata Concezione in Portici. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato Dalla sopravvivenza alla vita. Lettere di un prete ai giovani sulle domande essenziali (2019) e Sono venuto a portare il fuoco sulla terra (2020).

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