La malattia di mia moglie, Carlo Acutis e la Madonna di Lourdes. Un marito racconta

Un uomo, commosso dalla storia di Carlo Acutis, decide di raccontarmi il calvario che ha percorso insieme a sua moglie, malata di cancro. Con quella donna aveva vissuto una storia intensa fin dalla sua giovinezza e non sopportava di vederla soffrire. Era più atterrito di lei da quel male. Al tempo stesso, però, voleva sostenerla. In umiltà, provato e smarrito, si è rivolto alla Madonna, cui sua moglie era tanto legata. Ecco cosa è accaduto…

È il giorno del Giovedì Santo, mi trovo in Assisi, sulla tomba di Carlo Acutis. Ho deciso di trascorrere lì il mio trentatreesimo compleanno. Volevo festeggiare “gli anni di Cristo” – nel giorno dell’Istituzione dell’Eucaristia! – con il prossimo “santo dei millennial”, quasi mio coetaneo, che dell’Eucaristia aveva fatto il centro della sua vita.

Entro nella chiesa dove riposa, mi metto in preghiera davanti alla sua tomba, i miei figli iniziano a parlarci e a scrivere “preghierine per Carlo”. 

Quando esco dalla basilica di Santa Maria Maggiore, vedo un messaggio sul mio cellulare. Mi ha scritto un signore che vuole uno dei miei libri su Carlo, per regalarlo a sua nipote. 

Mi dice di essere stato a una delle ultime presentazioni che ho fatto e ha avuto il mio numero dall’organizzatore dell’evento, abita in un paese vicino a casa mia. È rimasto toccato dalla storia di Carlo: gli ha risvegliato dei ricordi e vorrebbe parlarmene.

Ci diamo appuntamento in un bar per il sabato mattina, è il sabato prima di Pasqua: il giorno del silenzio e della speranza. Per me è una casualità: ho semplicemente un’ora libera. Per lui no, visto che abita nel Sabato Santo da quando sua moglie lo ha lasciato, sei anni fa.

Incontrandoci, mi fa un sorriso educato e si scusa perchè mi sta rubando del tempo. Però è felice che abbia accettato di vederci. Ci sediamo davanti a un caffè. Ha voglia di raccontarmi, di condividere il suo “trascorso doloroso”, ma “costellato di luci”. Mi aveva scritto una lettera, “alla dott.ssa Galatolo”; ma, praticamente subito, lascia da parte il foglio e inizia a parlarmi come se fossi sua figlia.

Scopro che la moglie è stata malata di cancro e ha combattuto per sette anni, prima di morire. Si apre con me, condividendo l’iniziale incapacità di vederla soffrire: non poteva sopportare che la sua amata, la donna più importante della sua vita, la madre delle sue ragazze, fosse piagata in quel modo. Aveva appuntato per filo e per segno tutte le complicazioni della malattia della moglie, le aveva scolpite in mente e poteva descriverle quasi come un medico. Quando lo senti parlare, sembra che quel dolore lo abbia attraversato lui, sulla sua pelle. 

In quel momento capisco perché Gesù è morto sulla croce: ha voluto provare tutte le sofferenze della sua sposa, l’umanità

Leggi anche: Santa Gianna Beretta Molla, la carezza di una vita offerta – Punto Famiglia

Questo marito, riluttante e incredulo per la sofferenza della donna della sua vita “conosciuta quando era solo una ragazzina” (conserva ancora una foto di lei quindicenne) mi ricorda che lo sposo, Cristo, muore insieme alla sposa, per risorgere anche con lei

Ora mi confida che con quella donna ha vissuto una storia intensa fin dalla sua giovinezza. L’ha amata con tutto sé stesso. Hanno vissuto uno di quegli amori che, in mezzo a tanti drammi relazionali, ti fanno ancora venire voglia di sposarti

Non sopportava di vederla consumare dalla malattia; al tempo stesso, però, sapeva di essere chiamato a sostenerla. In umiltà, provato e smarrito, decide di rivolgersi alla Madonna, cui sua moglie in particolare era tanto legata. Ecco, allora, che entra nella loro vita un sacerdote; saputo della loro storia, si offre di portare la croce con loro, letteralmente ogni giorno. Sarà lui ad aiutare la coppia ad affrontare con unaserenità di fondo” quella prova. 

Negli anni che seguono, sempre uniti a Cristo, non si faranno mancare nulla. Tra una chemio e l’altra vanno a Lourdes, varie volte, dove provano una pace innaturale. Viaggiano, secondo le possibilità di salute, vogliono continuare a vedere il mondo insieme, si godono le nipoti, festeggiano compleanni. 

Se all’inizio quest’uomo era pietrificato e sembrava più sopraffatto della moglie dalla malattia, grazie alla fede, alla vita di preghiera e a tanti “angeli custodi” che lo hanno aiutato a restare saldo in Cristo, ora riesce a guardare sua moglie come aveva sempre fatto: con tenerezza, con gratitudine, e, soprattutto, con l’animo proteso “oltre la malattia”, ovvero con lo sguardo verso la vita eterna.

La assiste con premura fino al suo ultimo respiro, con dolore ma anche con la speranza certa che il destino di una persona non è la tomba.

I suoi occhi commossi, mentre mi mostra le poesie scritte per lei dopo la sua morte, mi commuovono a mia volta e mi ricordano, di nuovo, perché il matrimonio è segno della presenza di Gesù nel mondo. 

Doveva essere un sabato come tanti, e invece lo ricorderò a lungo: se incontri qualcuno che ama così, di un amore tenero e appassionato, fedele nel bene e nel male, di un amore che sopravvive persino alla morte, allora capisci che il Regno dei Cieli è molto, molto più vicino di quanto immaginavi.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

ANNUNCIO

1 risposta su “La malattia di mia moglie, Carlo Acutis e la Madonna di Lourdes. Un marito racconta”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.