Gaza sarà occupata. La storia si ripete, cambiano solo luoghi e nomi

I titoli dei giornali che parlano di ciò che sta avvenendo a Gaza sembrano scritti negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Civili bombardati senza sosta, viveri introvabili, deportazione, controllo opprimente della popolazione occupata. No, non stiamo leggendo tutto questo in un libro di storia: è realtà, adesso, per dei fratelli e delle sorelle in carne ed ossa. E noi cosa stiamo facendo?
Mentre a Roma si svolge il conclave, per eleggere il nuovo Vicario di Cristo, successore di Pietro, chiamato ad annunciare il Vangelo di Gesù in tutto il mondo, in Israele il gabinetto approva all’unanimità il piano di occupazione della Striscia di Gaza e a farne le spese non sarà di certo solo l’organizzazione terrorista di Hamas, bensì tutta la popolazione, come già sta avvenendo.
A rivelare il piano, previsto a partire dal 9 maggio, Haaretz e Times of Israel. Sarebbe stato anche approvato un sistema per controllare e distribuire le risorse, in una situazione umanitaria “ignobile”, per citare una delle ultime espressioni utilizzate da Papa Francesco.
Israele, dopo una brevissima tregua, ha ripreso gli attacchi sulla Striscia il 18 marzo, uccidendo, solo da allora, più di 2600 persone. Assistiamo ormai da mesi a manovre, azioni e scelte prive di umanità, a violenze perpetrate anche su donne e bambini. Ricordiamo che il bilancio complessivo nella Striscia, dall’inizio degli attacchi (non si può definire “guerra”, questa avverrebbe tra due eserciti) è di 52mila morti. Ora, si parla anche di deportazione del martoriato popolo palestinese di Gaza.
Leggi anche: Che nessuno si perda – Punto Famiglia
Il tutto sta avvenendo nell’indifferenza generale dell’Occidente (o comunque senza che si stiano compiendo gesti concreti per fermare la follia), e, secondo fonti vicine ad Israele, senza l’approvazione unanime del popolo israeliano, che, nel 70% dei casi, sarebbe contrario alle politiche sanguinose di Netanyahu.
Intanto, per volontà di Francesco, la sua papamobile diventa simbolo di cura: è stata donata, infatti, prima che morisse, come simbolo di vicinanza e di pace, alla Caritas di Gerusalemme per aiutare i bambini di Gaza.
E mentre ringraziamo per i tanti volontari e missionari che stanno rischiando la vita perché questa popolazione non sia lasciata sola, lasciamo che l’ingiustizia lasci in noi un senso di sdegno e un desiderio di agire, in qualunque modo ci sia possibile. «Sapete da dove nasce l’ingiustizia? – diceva Don Oreste Benzi – Nasce da una concezione sbagliata della nostra esistenza. C’è un meccanismo perverso: che io considero me stesso distaccato dal mio prossimo e quello che sono e quello che ho lo investo, lo impiego non per il mio prossimo ma per averlo aumentato! Il giorno in cui sentirete che non sopportate più l’ingiustizia, benedite Dio: quel giorno siete nati nella verità.»
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento