Giovanna Abbagnara
“Tutto è nato sotto il segno di Maria, ma tutto è avvenuto nel nome di Gesù”. Con queste parole, pronunciate nell’omelia dell’8 maggio a Pompei, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio cardinalizio, ha tracciato una sintesi potente e profetica dell’elezione di Papa Leone XIV. Parole che, a ben guardare, si pongono come chiave interpretativa di un evento che supera la cronaca e ci introduce nel mistero.
L’elezione del nuovo Papa è avvenuta nel giorno della Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei. Un giorno mariano per eccellenza: a Pompei, infatti, proprio in questa data si recita la preghiera composta dal beato Bartolo Longo, apostolo del Rosario e fondatore del Santuario. Non è una coincidenza: il primo gesto di Papa Leone XIV, affacciandosi alla Loggia delle Benedizioni, è stato quello di recitare un’Ave Maria, l’invocazione semplice e universale che ogni fedele conosce. È stato come dire: da Maria si riparte.
C’è poi un legame suggestivo che unisce tre figure: Bartolo Longo, Leone XIII e Santa Teresa di Gesù Bambino. Il primo, laico e convertito, ispirato da una forte devozione mariana, ricevette l’incoraggiamento e il sostegno spirituale di Papa Leone XIII, il Papa del Rosario e delle encicliche sociali. Fu proprio Leone XIII ad approvare e diffondere la Supplica alla Madonna di Pompei. Ora, a distanza di oltre un secolo, sarà Leone XIV – che ha scelto quel nome, non a caso – a canonizzare Bartolo Longo. Una continuità spirituale che sembra suggerire che il disegno di Dio si sviluppi nel tempo, intrecciando i fili della storia con pazienza e precisione.
Fu ancora Leone XIII a ricevere in udienza la giovane Teresa Martin, una ragazza francese di appena 15 anni, che lo supplicò in ginocchio di poter entrare in monastero nonostante la sua giovane età. Leone XIII, inizialmente, la invitò ad obbedire alle decisioni dei superiori, rifiutando in apparenza. Ma quello che sembrava un “no”, divenne – inaspettatamente – un “sì”. Teresa entrerà al Carmelo, e diventerà patrona delle missioni. “I vostri pensieri non sono i miei pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”, dice il Signore (Is 55,8). Noi vediamo solo eventi; Dio tesse la trama.
“Mi sento sempre un missionario”, ha dichiarato più volte il cardinale Robert Francis Prevost prima della sua elezione. Ed è significativo che abbia scelto di essere Papa proprio con questo spirito: un missionario al servizio del Vangelo. Maria stessa è stata la prima missionaria. Dopo aver accolto nel grembo il Verbo fatto carne, si è messa in cammino per portarlo alla casa di Elisabetta. Nessuna titubanza, nessun indugio. Solo il desiderio di portare Gesù.
Il nuovo Papa sembra volersi porre in questa scia: una Chiesa che non si chiude, ma che parte. Una Chiesa che non si rifugia nella nostalgia del passato, ma che, come Maria, si alza in fretta per servire. In fondo, è tutto lì. Il cammino della Chiesa comincia sempre da Maria e conduce sempre a Gesù. Non c’è devozione autentica alla Madre che non porti al Figlio. “Tutto è nato sotto il segno di Maria, ma tutto è avvenuto nel nome di Gesù”: in queste parole c’è una grammatica spirituale da riscoprire. Maria è il grembo accogliente, la porta della missione, il cuore che custodisce e medita. Gesù è il centro, il compimento, la Parola fatta carne che salva. Il pontificato di Leone XIV nasce così: nella luce mariana, con la determinazione missionaria di chi non ha paura di rimettersi in cammino. E noi, con lui, ripartiamo. Nel segno di Maria, nel nome di Gesù.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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