Mengoni e l’utero in affitto: il cantante si oppone alla definizione di “reato universale”

Il noto cantante Marco Mengoni sull’ultimo numero della rivista Vanity Fair ha dichiarato: «Vivo in un Paese che non mi rappresenta, che ha fatto diventare la pratica della maternità surrogata un reato universale. Ci rendiamo conto?». E ancora: «…ci sono figli nati prima di questa assurdità che cresceranno e scopriranno che i loro genitori sono punibili penalmente. Per fortuna – continua il cantante – ho vicino persone con la mia stessa visione. E sono convinto che quelli che non ce l’hanno siano pochi, ma abbiano più potere».
Come artista, dichiara Mengoni, «io non smetto di prendere posizione, di piantare un seme di riflessione: da sempre il palco per me è un momento per condividere un messaggio, non pretendo di convincere nessuno, ma mi piace che il pubblico esca dai miei concerti con spunti e domande».
A pochi giorni dalla nuova edizione dell’Eurovision Song Contest ricorda quando, nel 2023, dopo la vittoria a Sanremo con “Due vite”, fu lui a partecipare alla competizione musicale europea portando sul palco la bandiera arcobaleno. «Sono stato anarchico, ribelle, non avrei potuto avere con me un’altra bandiera, oltre a quella dell’Italia. Così ho nascosto, proprio nel Tricolore, la bandiera arcobaleno dell’inclusività totale. Dietro le quinte le tenevo strette strettissime entrambe, una dentro l’altra, con l’angoscia che mi cadessero o mi beccassero, e venissi squalificato. Il mio team mi ha “scortato” fino a che non sono salito sul palco» Un gesto del quale ancora oggi si dice “felice e orgoglioso”. «Non devono essere ammessi limiti all’amore, alle emozioni, ai diritti umani, che vanno ben oltre i diritti civili. Un gesto che all’epoca suonava potente, oggi meno. Sono stati fatti parecchi passi indietro». Dice lui.
Allora Mengoni non potrebbe vivere neppure in Spagna perché il 2 Maggio scorso è entrata in vigore la normativa che sospende immediatamente tutti i processi di registrazione di nati all’estero da gestazione per altri (utero in affitto) e renderà molto più difficili future richieste. La disposizione, approvata dal ministero di Giustizia, non riconoscerà più le sentenze emesse da Paesi esteri che convalidano i contratti di gestazione per altri.
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La nuova legge, pubblicata il 2 maggio sulla Gazzetta Ufficiale, ha annullato tutte le domande in sospeso per la registrazione dei bambini nati all’estero da utero in affitto, senza prevedere alcun periodo transitorio. Il testo impedisce nei consolati e nei registri civili la filiazione diretta dei minori da parte di genitori che ricorrono alla maternità surrogata all’estero e la registrazione della nascita per utero in affitto di certificati di iscrizione all’anagrafe riconosciuti da altri Paesi.
Infatti, la Corte Suprema spagnola il 4 dicembre 2024 ha definito il contratto per maternità surrogata all’estero di un bambino “contrario all’ordine pubblico, degradante sia per la donna incinta che per il minore e lesivo dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico“. La legge spagnola sull’aborto considera la gestazione per altri una forma di violenza contro le donne.
Una volta che i minori nati da gestazione surrogata all’estero arriveranno in Spagna, saranno ammessi solo “l’accertamento biologico rispetto a uno dei genitori o l’adozione, quando si provi l’esistenza di un nucleo familiare con sufficienti garanzie”.
Dunque, la legge italiana n.169 del 18 novembre 2024 recante modifiche all’art. 12 della legge 19 febbraio 2004 (n. 40) in materia di perseguibilità del reato di gestazione per altri anche se commessa all’estero da cittadini italiani, ha avuto seguito anche in Spagna.
Infatti, il Senato italiano, con 84 voti favorevoli, 58 contrari e nessun astenuto, il 16 ottobre 2024, ha approvato definitivamente le modifiche all’art. 12 co. 6 della legge n. 40/2004 statuendo la perseguibilità del reato di gestazione per altri anche se commessa all’estero da cittadini italiani.
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