Francesco e Leone: il gioco delle ombre

Foto Papa Leone derivata da: Edgar Beltrán, The Pillar, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
C’è un gusto fin troppo umano nel mettere i Papi l’uno contro l’altro. Come se la Chiesa fosse una saga Netflix con colpi di scena, ribaltoni dottrinali e cliffhanger morali. Una forma giornalistica di telecronaca ecclesiale, da bar sport della spiritualità: oggi gioca Francesco, domani Leone XIV, e ognuno tira in porta da metà campo contro l’altro. L’ultimo episodio lo hanno scritto alcuni giornalisti leggendo, nel discorso di Papa Leone XIV ai diplomatici della Santa Sede del 16 maggio, una “correzione” del predecessore Francesco.
Oggetto del processo mediatico: la famiglia. Leone ne ha parlato come «società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società», sottolineando l’unione stabile tra uomo e donna. Un’affermazione limpida, certo. Ma la lettura giornalistica ha subito innescato la logica del “prima Francesco, ora Leone”, come se i due Papi giocassero a tiro alla fune dottrinale. Non solo, hanno letto profeticamente nelle parole di Papa Leone una sua dichiarata posizione verso le persone con attrazione verso lo stesso sesso.
È una visione riduttiva, e teologicamente miope. Innanzitutto, perché Fiducia Supplicans, la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede della Chiesa Cattolica, pubblicata il 18 dicembre 2023 e approvata da Papa Francesco — tanto evocata quanto raramente letta — non benedice le coppie omosessuali, ma i singoli fedeli che si avvicinano alla Chiesa con cuore aperto, anche se in “situazioni irregolari”. È un documento di pastorale, non di antropologia. Francesco ha ribadito ciò che Benedetto XVI chiamava “gradualità del cammino”: la Chiesa non cambia la meta, ma aiuta ciascuno a iniziare il viaggio.
In secondo luogo, perché la dottrina della Chiesa non è fatta di bandierine ideologiche, ma di un organismo vivo, dove il dogma e la pastorale si intrecciano in un’unica lex credendi. È il principio dell’unitas veritatis et caritatis: la verità senza amore diventa pietra da scagliare, l’amore senza verità si dissolve nel sentimentalismo.
Questo continuo casting dei Pontefici come “progressista vs conservatore”, come se fossero opinionisti su La7, è profondamente fuorviante. Non solo perché deforma i contenuti, ma perché impone alla Chiesa la logica binaria della politica, dove tutto è trincea. Francesco e Leone non sono sfidanti su un palco, ma pastori forse con linguaggi e accenti differenti ma certamente dentro la stessa missione: tenere insieme verità e carità, giustizia e misericordia.
E chi cerca lo scontro per fare notizia tradisce la notizia più grande: che la Chiesa è il Corpo vivo di Cristo, dove la continuità non è immobilismo e l’ascolto non è cedimento. Del resto, anche in una famiglia convivono voci diverse: padri e madri, figli maggiori e fratelli minori, ognuno con la propria sensibilità, il proprio ritmo, le proprie fragilità. La bellezza non sta nell’uniformità, ma nell’unità della diversità. Chi vuole davvero capire, dovrà imparare a sentire l’armonia, anche quando le note sembrano diverse.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento