
18 Maggio 2025
La vita si misura con l’amore
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,31-33a.34-35
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Il commento
“Vi do un comandamento nuovo”. (13,34). Nel nostro tempo questo vocabolo non gode di buona fama, siamo diventati refrattari ai precetti e alle regole. Il disagio aumenta quando sentiamo che il comandamento riguarda l’amore, un ambito che, per sua natura, non sopporta le norme. L’imbarazzo cresce quando leggiamo che Gesù chiede di amare come Lui: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (13,34). È chiaro che non siamo assolutamente in grado di amare con la sua stessa misura. Siamo dunque in un vicolo cieco? Dobbiamo rinunciare fin dall’inizio? No, possiamo accogliere la sfida del Vangelo perché Gesù non si limita a dare comandamenti ma dona l’amore per camminare nella via dei comandamenti. Prima consegna l’amore e poi chiede di fare dell’amore la misura del nostro vivere. È un comandamento nuovo perché è Lui che ci rende nuovi e perciò capaci di amare in modo nuovo.
Questa parola è consegnata a tutti, credenti e non. Il Vangelo annuncia che la bellezza della vita dipende unicamente dall’amore perché solo l’amore è capace di rivestire di gioia la quotidiana fatica. In fondo, come ricordava saggiamente Madre Teresa, l’uomo ha bisogno di amare e di essere amato. Se dunque non viviamo l’esperienza dell’amore, tutte le altre cose valgono poco e in ogni caso, non sono capaci di dare senso alla vita. Nell’Esortazione Gaudete et exsultate (2016), dopo aver ricordato che la relazione con Dio deve avere il primo posto nella vita dei credenti, Papa Francesco ricorda che “il criterio per valutare la nostra vita è anzitutto ciò che abbiamo fatto agli altri”. E spiega: “La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d’amore. Il nostro culto è gradito a Dio quando vi portiamo i propositi di vivere con generosità e quando lasciamo che il dono di Dio che in esso riceviamo si manifesti nella dedizione ai fratelli” (n. 104). Oggi chiediamo la grazia di accogliere questa provocazione. La Madre del bell’Amore ci insegni ad accogliere e donare l’amore di Dio.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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