PAPA LEONE
“Gesù non fa graduatorie”. Le parole di papa Leone XIV all’udienza

Screenshot del video https://https://www.youtube.com/watch?v=AkExdi5VQbI
“A volte abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati”. Così il papa, durante l’udienza di mercoledì 4 giugno, commentando la Parabola degli operai nella vigna. Eppure, “Gesù è generoso e non fa graduatorie”, ha detto Leone XIV, riferendosi agli operai dell’ultima ora.
Papa Leone ha spiegato che al capitolo 20 del Vangelo di Matteo, Gesù parla di un padrone che “esce più volte per andare a cercare chi aspetta di dare un senso alla sua vita”.Dall’alba in poi, esce ogni tre ore, per cercare operai per la sua vigna. Fa notare Leone: “dopo essere uscito alle tre del pomeriggio, non ci sarebbe più ragione di uscire ancora, perché la giornata lavorativa terminava alle sei”, però ci troviamo di fronte a un padrone “instancabile”, che, volendo dare senso alla vita di ciascuno, esce persino alle cinque, per incontrare possibili operai che, intanto “avevano probabilmente perso ogni speranza”.
Per Leone XIV, “la metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi, perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa”. Capota persino di “svendersi al primo offerente”, “quando non ci si sente apprezzati”. Eppure, “Il Signore ci ricorda che la nostra vita vale”, e “il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo”. Il padrone della vigna è un personaggio insolito: “esce di persona per andare a cercare i suoi operai”, “evidentemente vuole stabilire con loro un rapporto personale”.
Un padrone originale anche per come si comporta alla fine della giornata, al momento della paga, quando “per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere. Lui ha chiamato i lavoratori personalmente, conosce la loro dignità e in base ad essa vuole pagarli. E dà a tutti un denaro”.
Gli operai della prima ora restano delusi, ma il capo “non è stato ingiusto, semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno”.
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Ciò che possiamo imparare noi è che “Dio vuole dare a tutti il suo Regno, cioè la vita piena, eterna e felice. E così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto Sé stesso”.
La tentazione potrebbe essere quella di pensare: “Perché cominciare a lavorare subito? Se la remunerazione è la stessa, perché lavorare di più?”. A questi dubbi Sant’Agostino rispondeva così: “Perché, dunque, ritardi a seguire chi ti chiama, mentre sei sicuro del compenso ma incerto del giorno? Bada di non togliere a te stesso, a causa del tuo differire, ciò ch’egli ti darà in base alla sua promessa”.
E infine, Leone si è rivolto specialmente ai giovani, dicendo loro di “non aspettare”, ma di “rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?”
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