VALORI UMANI

Perché tanta violenza? Vademecum tra i labirinti dello spirito

di Giuseppe Lubrino

Era poco più che una bambina, Martina, la ragazza di Afragola uccisa dal suo ex fidanzato appena maggiorenne. Durante il funerale, il cardinale Battaglia non è riuscito a trattenere la commozione e ha affermato: “Far male non è amore”. Davanti a tanta violenza, dobbiamo ammettere che la morte di Dio – teorizzata dai nichilisti come “emancipazione” – non ci ha portato molto lontano… Da educatore cristiano mi sento di dire, piuttosto: diamo ai giovani ragioni per avere fede!

Il noto filosofo Fredrich Nietzsche con il concetto di nichilismo indica il passaggio di transizione dall’umanesimo occidentale, basato sui valori, le tradizioni e gli apporti del cristianesimo, all’umanesimo del ‘superuomo’ incentrato sulla volontà di potenza e la creatività, ovvero: l’uomo capace di abitare la realtà complessa e caotica odierna senza il bisogno di riferirsi a valori, verità oggettive ed assolute o, peggio, ancora alla fede. Tale visione della realtà ha rivelato ben presto i suoi limiti, in quanto si può facilmente constatare che l’uomo, dichiarando la ‘morte di Dio’, ha dichiarato la sua stessa fine. 

L’assenza di valori porta alla disumanizzazione

Oltre all’enorme ed inarrestabile progresso tecnologico, oggi si assiste ad un certo ‘decadimento in termini di valori, morale e spiritualità. Tale deriva, non di rado, soggiace alla base di numerosi episodi di disumanizzazione come la violenza, i conflitti armati, la dipendenza dalle droghe, la disperazione. Sulla base di queste acquisizioni, si può affermare che la dimensione spirituale della vita appare tutt’altro che un mero retaggio del passato. Al contrario, da un’attenta disamina emerge che la domanda su Dio e sul senso ultimo della vita si impone con veemenza soprattutto per quanto concerne il vissuto delle nuove generazioni. Detto ciò, va subito precisato però che con l’avvento del web e dei social media, molti giovani assetati di conoscenza intorno al trascendente, il più delle volte, cercano ‘risposte giuste’ nei ‘luoghi’ sbagliati, dando così vita ad un ennesimo paradosso tipico dell’età adolescenziale. 

Proporre ai giovani, in modo comprensibile, le “ragioni” del cristianesimo

I giovani cercano risposte, abbiamo detto. E il cristianesimo ne ha? Quanti di loro sanno che possano ricercare informazioni in dei testi specifici, ovvero testi attraverso cui è possibile apprendere i capisaldi dell’insegnamento cristiano e dell’interpretazione adeguata del dato Rivelato? 

Gli educatori cristiani (genitori in primis) sono tenuti a presentare loro, in modo chiaro e coerente: la Bibbia; il Codice di Diritto Canonico; il Catechismo della Chiesa Cattolica; i documenti del Concilio Vaticano II; i documenti dei pontefici, ovvero Encicliche, Esortazioni apostoliche, Lettere, Decreti, Dichiarazioni. Può sembrare scontato elencare tutte queste fonti, eppure, quante volte noi educatori non riconosciamo l’importanza, anzitutto, della nostra formazione continua? Come possiamo offrire ai giovani risposte che noi stessi, forse, non cerchiamo? 

Leggi anche: Una violenza che inquieta e inquina. Da dove iniziare?

Certo, la fede non è fatta solo di dogmi e precetti, ma è vero anche che non si può amare qualcosa – in questo caso Qualcuno – che non si conosce. Dobbiamo avere l’umiltà di approfondire attraverso chi lo ha conosciuto prima, attraverso chi nei secoli ha maturato e riflettuto circa il ‘problema Dio’ nell’ambito cristiano.

Prendiamo in mano le “fonti”Dunque, è cosa buona e giusta imparare a consultare le fonti ufficiali, per conoscere la posizione del cristianesimo in merito a qualsivoglia questione e trarne spunto dal punto di vista etico e sociale. Altrimenti, al contrario, potremmo trasformarci in detrattori mascherati della Religione e del pensiero cristiano. Dare indicazioni per “cercare le risposte” giuste negli “spazi adeguati” del web, diventa allora un’esigenza dalla quale genitori, insegnanti e educatori non possono esimersi al fine di tutelare e proteggere i giovani figli e educando dal pericolo della falsa informazione che produce poi una formazione debole, carente e priva di senso. Dobbiamo preparaci, se vogliamo guidare i giovani tra i labirinti dello spirito: è un’urgenza educativa che richiede responsabilità e un impegno concreto per gli adulti e le varie figure educative del vasto e complesso contesto sociale odierno. Non meno importante appare l’urgenza di promuovere tra i giovani l’acquisizione e lo sviluppo di life skills come – ad esempio – l’alfabetizzazione digitale cosicché molti giovani dinanzi ad una pagina web siano in grado di riflettere con spirito critico e di non cadere nelle trappole.




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