Papa Leone XIV

Vogliamo guarire… o preferiamo restare bloccati? La provocazione del Papa

Screenshot del video https://www.youtube.com/watch?v=QYCkWc8Cac0

Papa Leone all’Udienza dell’11 giugno: “Con questa catechesi vorrei portare il nostro sguardo su un altro aspetto essenziale della vita di Gesù, cioè sulle sue guarigioni. Per questo vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati. Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci!”

Durante l’Udienza di mercoledì 11 giugno Papa Leone XIV si è concentrato sulla figura di Bartimeo, un uomo cieco e mendicante, che Gesù incontrò a Gerico (cfr Mc 10,40-52). “Il luogo è significativo: – ha detto il pontefice – Gesù sta andando a Gerusalemme, ma inizia il suo viaggio, per così dire, dagli ‘inferi’ di Gerico, città che sta sotto il livello del mare. Gesù, infatti, con la sua morte, è andato a riprendere quell’Adamo che è caduto in basso e che rappresenta ognuno di noi”.

Interessante per il santo padre che Bartimeo potrebbe significare etimologicamente “figlio dell’onore” o “dell’ammirazione”, e ciò è “esattamente al contrario della situazione in cui si trova”. Il nome è molto importante nella cultura ebraica, e perciò “vuol dire che Bartimeo non riesce a vivere ciò che è chiamato a essere”. C’è grande movimento di “gente che cammina dietro a Gesù”, ma “Bartimeo è fermo”. L’Evangelista dice che “è seduto lungo la strada”, dunque “ha bisogno di qualcuno che lo rimetta in piedi e lo aiuti a riprendere il cammino”.

Bartimeo rappresenta anche noi e il Papa si domanda: “Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita? Bartimeo ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare! Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare!”

Come parla, come grida Bartimeo? Nel Vangelo di Marco leggiamo: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.

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Interessante che “Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù! Davanti al suo grido, Gesù si ferma e lo fa chiamare (cfr v. 49), perché non c’è nessun grido che Dio non ascolti, anche quando non siamo consapevoli di rivolgerci a lui (cfr Es 2,23). Sembra strano che, davanti a un uomo cieco, Gesù non vada subito da lui; ma, se ci pensiamo, è il modo per riattivare la vita di Bartimeo: lo spinge a rialzarsi, si fida della sua possibilità di camminare”. Il Papa sottolinea che “Quell’uomo può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello (cfr v. 50)! Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge. Persino la legge tutelava il mantello del mendicante e imponeva di restituirlo alla sera, qualora fosse stato preso in pegno (cfr Es 22,25). Eppure, molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze”. 

Ecco, allora, la lezione di Bartimeo: “Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità. Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione”.

E poi “la domanda che Gesù gli pone sembra strana: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (v. 51). Ma, in realtà, non è scontato che noi vogliamo guarire dalle nostre malattie, a volte preferiamo restare fermi per non assumerci responsabilità”. Bartimeo, “non vuole solo tornare a vedere, vuole ritrovare anche la sua dignità! Per guardare in alto, occorre rialzare la testa”. E se qualcuno non ha il coraggio di gridare a Gesù?  Il Papa afferma: “Portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, e anche quelle dei nostri cari, portiamo il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita. Gridiamo anche per loro, e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà”.




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