Tredici anni dall’ultimo saluto a Chiara Corbella. Cosa insegna la sua storia?

Oggi ricorre l’anniversario della morte di Chiara Corbella, nata in cielo il 13 giugno del 2012. Era il 2 agosto del 2002, quando il suo sguardo incrocia quello di Enrico, romano di ventitré anni. Chiara, diciottenne e mai stata fidanzata, intuisce che sposerà proprio quell’uomo. Insieme accompagneranno due figli in Cielo e, durante la terza gravidanza, scopriranno che lei ha un tumore gravissimo. Morirà, rimandando le cure per salvare il bambino.
“Ad Assisi mi ero innamorata della gioia dei frati e delle suore che vivevano credendo alla Provvidenza e allora ho chiesto anche io al Signore la Grazia di credere a questa Provvidenza di cui mi parlavano, di credere a questo Padre che non ti fa mai mancare niente e Fra Vito ci ha aiutato a camminare credendo a questa promessa: ci siamo sposati senza niente, mettendo però Dio al primo posto e credendo all’amore che ci chiedeva questo grande passo”.
Sono parole tratte dalla lettera che Chiara Corbella ha scritto a suo figlio, prima di morire. Una lettera carica di speranza, senza rabbia, né rancore. Una lettera per lasciare un segno, per ricordare a suo figlio che, anche nei momenti peggiori, si può credere nella bontà di Dio.
In un passaggio, Chiara afferma: “Non scoraggiarti mai figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se taglia è solo perché vuole donarti tanto di più. Grazie a Maria e Davide noi ci siamo innamorati di più della vita eterna ed abbiamo smesso di avere paura della morte, dunque Dio ci ha tolto, ma per donarci un cuore più grande ed aperto ad accogliere l’eternità già in questa vita”.
Chiara è stata una grande testimone della tenerezza e dell’amore sponsale vissuto nell’abbandono al Padre. Dopo un fidanzamento travagliato, lei ed Enrico ricevono la grazia di amarsi secondo Dio, si sposano e accolgono due vite: Maria Letizia prima e Davide Giovanni poi. Entrambi i bambini ritornano li lasciano poche ore dopo la nascita, per delle malformazioni incurabili.
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Si aprono di nuovo alla vita, Chiara resta incinta, stavolta il bimbo sta bene, ma al quinto mese di gravidanza si scopre che è lei ad essere malata. Così, decide di non sottoporsi a cure che metterebbero a rischio la vita del figlio, a cui daranno il nome di Francesco.
Umanamente provata, come qualsiasi donna nella sua condizione, si affida alla Provvidenza e vive con una serenità donata ciò che le è chiesto di vivere.
Non si è mai ritenuta più coraggiosa di altri, anzi, ha sempre parlato di sé come di una persona paurosa. La forza che avverte sa che non se la sta dando da sé.
È figlia di Dio, Lui sa cosa è meglio, Lui non abbandona. Da malata terminale, esattamente due mesi prima di morire, Chiara esprime il desiderio di andare a Medjugorje: è lì che trova la forza per vivere l’ultima parte del viaggio che le resta. Muore il 13 giugno 2012 dopo aver detto a tutte le persone care che vuole loro bene.
Oggi la sua vicenda sta facendo il giro del mondo e continua a raggiungere mamme, papà, famiglie, bambini. Il suo sorriso continua a provocare, soprattutto chi crede che non ci sia nulla dopo la morte. Lei ha vissuto ogni cosa in vista dell’eternità e credeva che, una volta nati, non si può morire mai più.
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