28 Giugno 2025

Matrimoni da 30 milioni (e due spilli di verità)

A Venezia, città dei sogni, delle gondole e dei tramonti che sembrano quadri, si è celebrato il matrimonio dell’anno. Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi del pianeta, ha detto sì a Lauren Sanchez con una cerimonia da 30 milioni di dollari. Trenta milioni. Scriviamolo per esteso, così fa ancora più effetto: 30.000.000. E forse anche qualche zero di troppo nel cattivo gusto.

Cambi d’abito della sposa? Non si contano. Tra pizzi, diamanti e flash impazziti, sembra sia andata in scena una sfilata più che una promessa per la vita. E i giornali, i siti, i social? Tutti lì, a setacciare ogni dettaglio come cercatori d’oro: il menù, le scarpe, gli invitati, i droni sopra i canali. Una cronaca minuto per minuto, come se la cosa riguardasse tutti noi. E forse in parte è così: c’è chi sogna guardando queste favole moderne, chi si indigna per lo spreco di denaro, e chi – come me – tira un sospiro di sollievo pensando che, fra qualche giorno, tutto sarà archiviato.

Ma resta un’amarezza che non si lava via. Perché eventi così diventano simbolo, e ci raccontano molto più di quel che mostrano. Parlano di come oggi vengono vissute le tappe fondamentali della vita: il matrimonio, l’amore, l’impegno. Non c’è più Dio al centro, e – lasciatemelo dire – non c’è neppure più l’amore. C’è l’apparenza. C’è l’immagine. C’è la voglia di esserci, di brillare, di far parlare di sé. Ma il cuore dov’è?

Mi dispiace, ma davanti a tutto questo, anche con trenta milioni di dollari addosso, mi viene da pensare: poveracci! Poveri loro, poveri noi, povera umanità che ha trasformato una tappa così importante in una sfilata, un sì per sempre in una performance da fotografare. Io, oggi, il mio caffè sospeso lo offro a chi sceglie ancora di sposarsi davanti al Regista per eccellenza, in una chiesa semplice, con un abito che profuma di famiglia, con Dio nel cuore e l’amore negli occhi. A chi sa che l’essenziale non si compra. E che il vero lusso è dire “per sempre” e volerci credere davvero.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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